Introduction: Diabetes is a chronic, metabolic disease that affects people of all ages and from all socio-economic groups. Prevention, adherence to pharmacological treatments, and patients’ understanding of their medical therapy can slow the development of diabetes complications. Objectives: The aim of this study is describe clinical pharmacists involvement in transition of care of patients with diabetes and design methods to increase pharmacists’ contribution to the quality of care. Methods: We conducted a retrospective review of the usual care provided to patients with diabetes who were admitted to Tufts Medical Center to generate hypotheses about how pharmacists may improve their care. We also designed methods to implement pharmacist-directed clinical services for patients with diabetes during hospitalization and following discharge at Tufts Medical Center and elsewhere, in order to identify potential benefits from and limitations to expansion of clinical pharmacy services in caring for patients with diabetes. Results: Most patients were older adults with poorly controlled type 2 diabetes. Mean age was 61 years; over half were female and the majority were White and English-speaking. Type II diabetes was present in 85.5% of patients, and 45.2% had HbA1c >7.9%. Patients were taking a median of 9 home medications and 2 diabetes medications before admission. At discharge, the total number of prescribed medications increased by about 22%, but the number of diabetes-specific medications remained essentially unchanged. Pharmacists participated in admission medication reconciliation in one-third of cases but were rarely involved at discharge. Medication education was documented exclusively by nurses, mainly through verbal instruction, with limited use of printed material, demonstrations, visual aids or teach-back. Conclusion: We found the need to standardize the presence of the clinical pharmacist during medication reconciliation, patient medication education and post-discharge care at Tufts Medical Center. With expanding clinical pharmacy involvement in inpatient and outpatient management for diabetic patients, as proved in the literature, there could be a reduction on hospital readmission and to achieve better patient outcomes. Future research could evaluate the impact of each method proposed at Tufts Medical Center and elsewhere.

Introduzione: Il diabete è una malattia cronica e metabolica che colpisce persone di tutte le età e di tutti i gruppi socio-economici. La prevenzione, l'adesione ai trattamenti farmacologici e la comprensione da parte dei pazienti della loro terapia medica possono rallentare lo sviluppo di complicanze diabetiche. Obiettivi: L'obiettivo di questo studio è descrivere il coinvolgimento dei farmacisti clinici nella transizione delle cure dei pazienti con diabete e progettare metodi per aumentare il contributo dei farmacisti alla qualità delle cure. Metodi: Abbiamo condotto uno studio retrospettivo delle cure abitualmente fornite ai pazienti diabetici ricoverati al Tufts Medical Center per generare ipotesi su come i farmacisti possano migliorare la loro presa in carico. Abbiamo inoltre progettato metodi per implementare servizi clinici diretti da farmacisti per pazienti con diabete durante il ricovero e dopo la dimissione presso il Tufts Medical Center e altrove, al fine di identificare potenziali benefici e limitazioni all'espansione dei servizi farmaceutici clinici nella cura dei pazienti diabetici. Risultati: La maggior parte dei pazienti era anziana con diabete di tipo 2 poco controllato. L'età media era di 61 anni; oltre la metà erano donne e la maggioranza erano bianche e anglofone. La diagnosi di diabete di tipo II era presente nell'85,5% dei pazienti e il 45,2% presentava HbA1c >7,9%. I pazienti assumevano una mediana di 9 farmaci come terapia domiciliare e 2 farmaci specifici per il diabete prima del ricovero. Alla dimissione, il numero totale di farmaci prescritti aumentava di circa il 22%, mentre il numero di farmaci specifici per il diabete rimaneva sostanzialmente invariato. I farmacisti hanno partecipato alla riconciliazione farmacologica in ammissione in un terzo dei casi, ma sono stati raramente coinvolti al momento della dimissione. L'educazione terapeutica era documentata esclusivamente dagli infermieri, principalmente tramite istruzioni verbali, con un uso limitato di materiale stampato, dimostrazioni, supporti visivi o teach-back. Conclusioni: Abbiamo riscontrato la necessità di standardizzare la presenza del farmacista clinico durante la riconciliazione dei farmaci, l'educazione terapeutica ai pazienti e la presa in carico post-dimissione presso il Tufts Medical Center. Con l'aumento del coinvolgimento della farmacista clinico nella gestione dei pazienti ospedalieri e ambulatoriali per pazienti diabetici, come dimostrato dalla letteratura, potrebbe esserci una riduzione del riammissione ospedaliera e ottenere risultati migliori per i pazienti. Ricerche future potrebbero valutare l'impatto di ciascun metodo proposto al Tufts Medical Center e altrove.

La partecipazione del farmacista clinico durante la transizione di cura dei pazienti diabetici

BENYAHIA, RABEA MELISSA
2024/2025

Abstract

Introduction: Diabetes is a chronic, metabolic disease that affects people of all ages and from all socio-economic groups. Prevention, adherence to pharmacological treatments, and patients’ understanding of their medical therapy can slow the development of diabetes complications. Objectives: The aim of this study is describe clinical pharmacists involvement in transition of care of patients with diabetes and design methods to increase pharmacists’ contribution to the quality of care. Methods: We conducted a retrospective review of the usual care provided to patients with diabetes who were admitted to Tufts Medical Center to generate hypotheses about how pharmacists may improve their care. We also designed methods to implement pharmacist-directed clinical services for patients with diabetes during hospitalization and following discharge at Tufts Medical Center and elsewhere, in order to identify potential benefits from and limitations to expansion of clinical pharmacy services in caring for patients with diabetes. Results: Most patients were older adults with poorly controlled type 2 diabetes. Mean age was 61 years; over half were female and the majority were White and English-speaking. Type II diabetes was present in 85.5% of patients, and 45.2% had HbA1c >7.9%. Patients were taking a median of 9 home medications and 2 diabetes medications before admission. At discharge, the total number of prescribed medications increased by about 22%, but the number of diabetes-specific medications remained essentially unchanged. Pharmacists participated in admission medication reconciliation in one-third of cases but were rarely involved at discharge. Medication education was documented exclusively by nurses, mainly through verbal instruction, with limited use of printed material, demonstrations, visual aids or teach-back. Conclusion: We found the need to standardize the presence of the clinical pharmacist during medication reconciliation, patient medication education and post-discharge care at Tufts Medical Center. With expanding clinical pharmacy involvement in inpatient and outpatient management for diabetic patients, as proved in the literature, there could be a reduction on hospital readmission and to achieve better patient outcomes. Future research could evaluate the impact of each method proposed at Tufts Medical Center and elsewhere.
2024
Clinical pharmacist involvement in the transitional care of patients with diabetes
Introduzione: Il diabete è una malattia cronica e metabolica che colpisce persone di tutte le età e di tutti i gruppi socio-economici. La prevenzione, l'adesione ai trattamenti farmacologici e la comprensione da parte dei pazienti della loro terapia medica possono rallentare lo sviluppo di complicanze diabetiche. Obiettivi: L'obiettivo di questo studio è descrivere il coinvolgimento dei farmacisti clinici nella transizione delle cure dei pazienti con diabete e progettare metodi per aumentare il contributo dei farmacisti alla qualità delle cure. Metodi: Abbiamo condotto uno studio retrospettivo delle cure abitualmente fornite ai pazienti diabetici ricoverati al Tufts Medical Center per generare ipotesi su come i farmacisti possano migliorare la loro presa in carico. Abbiamo inoltre progettato metodi per implementare servizi clinici diretti da farmacisti per pazienti con diabete durante il ricovero e dopo la dimissione presso il Tufts Medical Center e altrove, al fine di identificare potenziali benefici e limitazioni all'espansione dei servizi farmaceutici clinici nella cura dei pazienti diabetici. Risultati: La maggior parte dei pazienti era anziana con diabete di tipo 2 poco controllato. L'età media era di 61 anni; oltre la metà erano donne e la maggioranza erano bianche e anglofone. La diagnosi di diabete di tipo II era presente nell'85,5% dei pazienti e il 45,2% presentava HbA1c >7,9%. I pazienti assumevano una mediana di 9 farmaci come terapia domiciliare e 2 farmaci specifici per il diabete prima del ricovero. Alla dimissione, il numero totale di farmaci prescritti aumentava di circa il 22%, mentre il numero di farmaci specifici per il diabete rimaneva sostanzialmente invariato. I farmacisti hanno partecipato alla riconciliazione farmacologica in ammissione in un terzo dei casi, ma sono stati raramente coinvolti al momento della dimissione. L'educazione terapeutica era documentata esclusivamente dagli infermieri, principalmente tramite istruzioni verbali, con un uso limitato di materiale stampato, dimostrazioni, supporti visivi o teach-back. Conclusioni: Abbiamo riscontrato la necessità di standardizzare la presenza del farmacista clinico durante la riconciliazione dei farmaci, l'educazione terapeutica ai pazienti e la presa in carico post-dimissione presso il Tufts Medical Center. Con l'aumento del coinvolgimento della farmacista clinico nella gestione dei pazienti ospedalieri e ambulatoriali per pazienti diabetici, come dimostrato dalla letteratura, potrebbe esserci una riduzione del riammissione ospedaliera e ottenere risultati migliori per i pazienti. Ricerche future potrebbero valutare l'impatto di ciascun metodo proposto al Tufts Medical Center e altrove.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/32044