L'Italia del tardo Ottocento, alla ricerca di una nuova identità dopo l’unificazione del Paese, attraversò una fase di trasformazioni radicali in diversi ambiti: economico, politico e sociale. I tentativi della classe dirigente di riscattare la penisola dal grave stato di arretratezza in cui versava, la lenta crescita industriale e la progressiva urbanizzazione scossero gli equilibri della società in modo irreversibile, accentuando le disparità tra le classi sociali. La gestione di questi cambiamenti scatenò un ampio dibattito, noto come “questione sociale”, che coinvolse politici, economisti e giuristi e che portò all’elaborazione di diverse visioni riguardo al ruolo dello Stato e all’opportunità di interventi di natura sociale. In questo contesto, la civilistica italiana si trovò in una fase di profonda crisi, causata dal confronto tra la rapida e inarrestabile evoluzione sociale, i tentativi parlamentari di intervenire in maniera settoriale speciale e il diritto codificato di derivazione romanistica, ampiamente inadeguato ad affrontare la nuova realtà ma tradizionalmente considerato fonte unica del diritto, immutabile e adattabile solo attraverso un lento processo di elaborazione giuridica. Il tema portò a un dibattito che, imponendosi come centrale nel contesto giuridico del periodo, coinvolse due principali correnti di pensiero: i conservatori e i "neoterici”. Mentre i primi promuovevano una visione tradizionale della società e del diritto, i secondi cercavano di adattare il secondo alla nuova realtà socioeconomica. La tesi si sviluppa in tre capitoli principali. Il primo capitolo esamina in dettaglio il contesto politico, economico e sociale in cui si trovava l'Italia alla fine del XIX secolo, fornendo una premessa fondamentale per inquadrare e comprendere il dibattito sulla questione sociale. Il secondo capitolo della tesi si occupa della legislazione sociale elaborata in Parlamento in risposta a tale problematica, analizzando le tre leggi sociali, le prime del Regno, emanate negli anni Ottanta dell’Ottocento, periodo di massimo sviluppo del dibattito giuridico sulla questione sociale. Nello specifico, esamina la legge sull'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, la legge sul lavoro dei fanciulli e la legge sul riconoscimento giuridico delle Società di mutuo soccorso. Il terzo capitolo si concentra sul dibattito tra giuristi neoterici e conservatori, mettendo in evidenza le diverse visioni della civilistica italiana di fine Ottocento. L’obiettivo della tesi è indagare l’impatto del dibattito relativo alla questione sociale sulla scienza giuridica civile italiana di fine Ottocento nella prospettiva finale di valutarne l’eventuale contributo allo sviluppo del sistema giuridico del Paese.
La scienza giuridica italiana di fine Ottocento di fronte alla questione sociale: conservatori vs. “neoterici”
FERRARI, MARIA LETIZIA
2022/2023
Abstract
L'Italia del tardo Ottocento, alla ricerca di una nuova identità dopo l’unificazione del Paese, attraversò una fase di trasformazioni radicali in diversi ambiti: economico, politico e sociale. I tentativi della classe dirigente di riscattare la penisola dal grave stato di arretratezza in cui versava, la lenta crescita industriale e la progressiva urbanizzazione scossero gli equilibri della società in modo irreversibile, accentuando le disparità tra le classi sociali. La gestione di questi cambiamenti scatenò un ampio dibattito, noto come “questione sociale”, che coinvolse politici, economisti e giuristi e che portò all’elaborazione di diverse visioni riguardo al ruolo dello Stato e all’opportunità di interventi di natura sociale. In questo contesto, la civilistica italiana si trovò in una fase di profonda crisi, causata dal confronto tra la rapida e inarrestabile evoluzione sociale, i tentativi parlamentari di intervenire in maniera settoriale speciale e il diritto codificato di derivazione romanistica, ampiamente inadeguato ad affrontare la nuova realtà ma tradizionalmente considerato fonte unica del diritto, immutabile e adattabile solo attraverso un lento processo di elaborazione giuridica. Il tema portò a un dibattito che, imponendosi come centrale nel contesto giuridico del periodo, coinvolse due principali correnti di pensiero: i conservatori e i "neoterici”. Mentre i primi promuovevano una visione tradizionale della società e del diritto, i secondi cercavano di adattare il secondo alla nuova realtà socioeconomica. La tesi si sviluppa in tre capitoli principali. Il primo capitolo esamina in dettaglio il contesto politico, economico e sociale in cui si trovava l'Italia alla fine del XIX secolo, fornendo una premessa fondamentale per inquadrare e comprendere il dibattito sulla questione sociale. Il secondo capitolo della tesi si occupa della legislazione sociale elaborata in Parlamento in risposta a tale problematica, analizzando le tre leggi sociali, le prime del Regno, emanate negli anni Ottanta dell’Ottocento, periodo di massimo sviluppo del dibattito giuridico sulla questione sociale. Nello specifico, esamina la legge sull'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, la legge sul lavoro dei fanciulli e la legge sul riconoscimento giuridico delle Società di mutuo soccorso. Il terzo capitolo si concentra sul dibattito tra giuristi neoterici e conservatori, mettendo in evidenza le diverse visioni della civilistica italiana di fine Ottocento. L’obiettivo della tesi è indagare l’impatto del dibattito relativo alla questione sociale sulla scienza giuridica civile italiana di fine Ottocento nella prospettiva finale di valutarne l’eventuale contributo allo sviluppo del sistema giuridico del Paese.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/3220