In this study, the distributional uses of adverbs ending in -mente in instant messaging is analyzed from a predominantly pragmatic, corpus-based perspective (Biber, 2015: 196). For the purposes of our research, we chose to use two linguistic resources dedicated to the study of the Italian language on WhatsApp: the WhAP! corpus (Fiorentini, Research Group, 2020-ongoing) and the multilingual Swiss corpus What’s up, Switzerland? (WUS) (Stark/Ueberwasser/Göhring, 2014-2020). After outlining the theoretical foundations of the research (Lonzi, 1991, and De Cesare, 2016 and 2019), presenting some essential semantic-pragmatic concepts for empirical analyses – namely subjectivity (Traugott, 1989, 1990, and 1995), evidentiality (Miecznikowski, 2017, and Matracki, 2019), epistemic modality (Pietrandrea, 2005; Rocci, 2005), and intensification (Rainer, 1983; De Cesare, 2002) – detailing the data and methodology employed, and describing the decision-making process underlying the grouping, we discussed the obtained results. The primary aim of this research was to understand the functions that these adverbs play in the dialogic interactions of instant messaging. Secondly, we observed, at least broadly, their variation in diamesia, identifying any differences or similarities in the frequency of different functions to verify their uses and pragmatic values. Additionally, an attempt was made to recognize the functions of phrasal adverbs ending in -mente serving as discourse markers in an informal context typical of WhatsApp conversations. It emerged that in instant messaging and spoken Italian corpora, compared to written Italian corpora, phrasal uses of adverbs are more frequent than predicate adverbs. Particularly, it was observed that in almost all groups, at least one adverb, often more than one, exhibits characteristics attributable to interactional or cognitive discourse markers.

In questo elaborato abbiamo analizzato gli usi distribuzionali degli avverbi in -mente nella messaggistica istantanea in una prospettiva corpus-based (Biber, 2015: 196) prevalentemente pragmatica. Per gli scopi della nostra ricerca abbiamo scelto di utilizzare due risorse linguistiche destinate allo studio della lingua italiana su WhatsApp: il corpus WhAP! (Fiorentini, Gruppo di ricerca, 2020-in corso) e il corpus svizzero plurilingue What’s up, Switzerland? (WUS) (Stark/Ueberwasser/Göhring, 2014-2020). Dopo aver delineato le basi teoriche su cui si fonda la ricerca (Lonzi, 1991 e De Cesare, 2016 e 2019), presentato alcuni concetti semantico-pragmatici essenziali per le analisi empiriche – ovvero soggettività (Traugott, 1989, 1990 e 1995), evidenzialità (Miecznikowski, 2017 e Matracki, 2019), modalità epistemica (Pietrandrea, 2005; Rocci, 2005) e intensificazione (Rainer, 1983; De Cesare, 2002) –, dettagliato i dati e la metodologia impiegati e descritto il processo decisionale alla base della suddivisione in gruppi, si sono discussi i risultati ottenuti. Lo scopo primario di questa ricerca è stato comprendere quali sono le funzioni che questi avverbi ricoprono nelle interazioni dialogiche della messaggistica istantanea. In secondo luogo, invece, abbiamo osservato, almeno a grandi linee, la loro variazione in diamesia, rilevando le eventuali differenze o analogie nella frequenza delle diverse funzioni per verificarne gli usi e i valori pragmatici. In aggiunta, però, si è tentato di riconoscere le funzioni degli avverbi frasali in -mente con valore di segnali discorsivi in un contesto informale come quello caratteristico delle conversazioni su WhatsApp. È dunque risultato che nei corpora di messaggistica istantanea e di italiano parlato, a confronto con i corpora di italiano scritto, sono più frequenti gli usi frasali degli avverbi rispetto agli avverbi di predicato. Soprattutto, si è potuto osservare come in quasi tutti i gruppi almeno un avverbio, ma spesso più di uno, presenta caratteristiche riconducibili ai segnali discorsivi interazionali o cognitivi.

«Sto letteralmente piangendo in biblioteca». La distribuzione degli avverbi in -mente nella messaggistica istantanea: un'analisi pragmatica

FIORALISO, ELENA
2022/2023

Abstract

In this study, the distributional uses of adverbs ending in -mente in instant messaging is analyzed from a predominantly pragmatic, corpus-based perspective (Biber, 2015: 196). For the purposes of our research, we chose to use two linguistic resources dedicated to the study of the Italian language on WhatsApp: the WhAP! corpus (Fiorentini, Research Group, 2020-ongoing) and the multilingual Swiss corpus What’s up, Switzerland? (WUS) (Stark/Ueberwasser/Göhring, 2014-2020). After outlining the theoretical foundations of the research (Lonzi, 1991, and De Cesare, 2016 and 2019), presenting some essential semantic-pragmatic concepts for empirical analyses – namely subjectivity (Traugott, 1989, 1990, and 1995), evidentiality (Miecznikowski, 2017, and Matracki, 2019), epistemic modality (Pietrandrea, 2005; Rocci, 2005), and intensification (Rainer, 1983; De Cesare, 2002) – detailing the data and methodology employed, and describing the decision-making process underlying the grouping, we discussed the obtained results. The primary aim of this research was to understand the functions that these adverbs play in the dialogic interactions of instant messaging. Secondly, we observed, at least broadly, their variation in diamesia, identifying any differences or similarities in the frequency of different functions to verify their uses and pragmatic values. Additionally, an attempt was made to recognize the functions of phrasal adverbs ending in -mente serving as discourse markers in an informal context typical of WhatsApp conversations. It emerged that in instant messaging and spoken Italian corpora, compared to written Italian corpora, phrasal uses of adverbs are more frequent than predicate adverbs. Particularly, it was observed that in almost all groups, at least one adverb, often more than one, exhibits characteristics attributable to interactional or cognitive discourse markers.
2022
«Sto letteralmente piangendo in biblioteca». The Distribution of Adverbs in -mente in Instant Messaging: a Pragmatic Analysis
In questo elaborato abbiamo analizzato gli usi distribuzionali degli avverbi in -mente nella messaggistica istantanea in una prospettiva corpus-based (Biber, 2015: 196) prevalentemente pragmatica. Per gli scopi della nostra ricerca abbiamo scelto di utilizzare due risorse linguistiche destinate allo studio della lingua italiana su WhatsApp: il corpus WhAP! (Fiorentini, Gruppo di ricerca, 2020-in corso) e il corpus svizzero plurilingue What’s up, Switzerland? (WUS) (Stark/Ueberwasser/Göhring, 2014-2020). Dopo aver delineato le basi teoriche su cui si fonda la ricerca (Lonzi, 1991 e De Cesare, 2016 e 2019), presentato alcuni concetti semantico-pragmatici essenziali per le analisi empiriche – ovvero soggettività (Traugott, 1989, 1990 e 1995), evidenzialità (Miecznikowski, 2017 e Matracki, 2019), modalità epistemica (Pietrandrea, 2005; Rocci, 2005) e intensificazione (Rainer, 1983; De Cesare, 2002) –, dettagliato i dati e la metodologia impiegati e descritto il processo decisionale alla base della suddivisione in gruppi, si sono discussi i risultati ottenuti. Lo scopo primario di questa ricerca è stato comprendere quali sono le funzioni che questi avverbi ricoprono nelle interazioni dialogiche della messaggistica istantanea. In secondo luogo, invece, abbiamo osservato, almeno a grandi linee, la loro variazione in diamesia, rilevando le eventuali differenze o analogie nella frequenza delle diverse funzioni per verificarne gli usi e i valori pragmatici. In aggiunta, però, si è tentato di riconoscere le funzioni degli avverbi frasali in -mente con valore di segnali discorsivi in un contesto informale come quello caratteristico delle conversazioni su WhatsApp. È dunque risultato che nei corpora di messaggistica istantanea e di italiano parlato, a confronto con i corpora di italiano scritto, sono più frequenti gli usi frasali degli avverbi rispetto agli avverbi di predicato. Soprattutto, si è potuto osservare come in quasi tutti i gruppi almeno un avverbio, ma spesso più di uno, presenta caratteristiche riconducibili ai segnali discorsivi interazionali o cognitivi.
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