L'azione revocatoria ordinaria ha subito una progressiva evoluzione da sanzione agli atti in frode ai creditori a strumento di tutela del credito, i cui labili confini destano allarmismo. L'esegesi interpretativa dei presupposti dell'istituto e la scomparsa del concetto di frode con l'entrata in vigore del Codice civile del 1942, hanno condotto ad un ampliamento dell'ambito applicativo dell'azione che ad oggi colpisce non più solo gli atti dispositivi lesivi della garanzia patrimoniale qualificati dalla malafede del debitore, ma qualsiasi atto dispositivo che comporti un pericolo di danno per i creditori, a prescindere dallo stato psicologico del debitore disponente. Il presente lavoro considera, e si prefigge l'obiettivo di validare, una tesi dottrinale della fine del secolo scorso secondo cui, nonostante la progressiva erosione subita ad opera della dottrina e della giurisprudenza e benchè non vi sia traccia di essa nell'art. 2901 cod. civ., la frode è rimasta condizione essenziale affinchè si possa procedere alla revoca di un atto, esistendo una divergenza tra quanto enunciato dalle corti nelle massime e nelle motivazioni e la reale ratio decidendi sottesa alle pronunce, sostenendo quindi la permanenza della natura sanzionatoria dell'azione. A distanza di un ventennio dall'opinione riportata, si procede ad una rinnovata analisi della casistica giurisprudenziale in materia, con particolare attenzione ai profili di fatto dei casi esaminati, per dimostrare l'accoglimento dell'azione anche in ipotesi in cui alla base dell'atto oggetto di revocatoria vi siano motivi ulteriori e diversi dall'intento di mettere al riparo il proprio patrimonio da un'eventuale esecuzione. Dal presente studio emerge inoltre, l'attuale preminenza del presupposto oggettivo del danno sull'elemento soggettivo, il cui accertamento è spesso obliterato. Si considera infine come gli orientamenti in materia abbiano condotto alla trasformazione della revocatoria in uno strumento di tutela del credito tanto efficace quanto illimitato, da cui spesso consegue un'irragionevole compressione della sfera di libertà del debitore.

Il presupposto soggettivo della revocatoria ordinaria nel diritto vivente.

GABBA, ELEONORA
2018/2019

Abstract

L'azione revocatoria ordinaria ha subito una progressiva evoluzione da sanzione agli atti in frode ai creditori a strumento di tutela del credito, i cui labili confini destano allarmismo. L'esegesi interpretativa dei presupposti dell'istituto e la scomparsa del concetto di frode con l'entrata in vigore del Codice civile del 1942, hanno condotto ad un ampliamento dell'ambito applicativo dell'azione che ad oggi colpisce non più solo gli atti dispositivi lesivi della garanzia patrimoniale qualificati dalla malafede del debitore, ma qualsiasi atto dispositivo che comporti un pericolo di danno per i creditori, a prescindere dallo stato psicologico del debitore disponente. Il presente lavoro considera, e si prefigge l'obiettivo di validare, una tesi dottrinale della fine del secolo scorso secondo cui, nonostante la progressiva erosione subita ad opera della dottrina e della giurisprudenza e benchè non vi sia traccia di essa nell'art. 2901 cod. civ., la frode è rimasta condizione essenziale affinchè si possa procedere alla revoca di un atto, esistendo una divergenza tra quanto enunciato dalle corti nelle massime e nelle motivazioni e la reale ratio decidendi sottesa alle pronunce, sostenendo quindi la permanenza della natura sanzionatoria dell'azione. A distanza di un ventennio dall'opinione riportata, si procede ad una rinnovata analisi della casistica giurisprudenziale in materia, con particolare attenzione ai profili di fatto dei casi esaminati, per dimostrare l'accoglimento dell'azione anche in ipotesi in cui alla base dell'atto oggetto di revocatoria vi siano motivi ulteriori e diversi dall'intento di mettere al riparo il proprio patrimonio da un'eventuale esecuzione. Dal presente studio emerge inoltre, l'attuale preminenza del presupposto oggettivo del danno sull'elemento soggettivo, il cui accertamento è spesso obliterato. Si considera infine come gli orientamenti in materia abbiano condotto alla trasformazione della revocatoria in uno strumento di tutela del credito tanto efficace quanto illimitato, da cui spesso consegue un'irragionevole compressione della sfera di libertà del debitore.
2018
subjective element of the avoidance action into living law.
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