Consciousness is possibly the most mysterious phenomenon of the universe: we are conscious, but nobody knows how and why. In the attempt of giving an answer to this question, David Chalmers distinguishes between two categories of problems: “the easy problems” and “the hard problem”. The second one represents the true conundrum: how and why subjective experience accompanies the performance of objective cognitive functions. Six different solutions are put forward by as many philosophical frameworks: materialism type A, type B and type C (reductive views); interactionism, epiphenomenalism and panprotopsychism (non-reductive views). The most promising framework seems to be the latter: conscious proto-experience constitutes the intrinsic aspect of the entire physical reality. In this background it sets up Orch-OR Theory by Stuart Hameroff & Roger Penrose, according to which subjective experience expresses itself at the end of the physical process of orchestrated objective reduction that occurs in neuronal microtubules. The theory is virtuous but also vitiated, in particular it disregards the existence of complementary or supplementary hypotheses. Among these, the Dissipative Model by Giuseppe Vitiello is worth an honorable mention: from his point of view, the roots of consciousness are to be sought in the permanent dialogue between the brain and its double. Only by means of the integration through philosophical, physical and especially psychological domain is it possible to walk down the road that leads to the elusive essence of consciousness.

La coscienza è forse il fenomeno più misterioso dell’universo: siamo coscienti, ma nessuno sa come e perché. Nel tentativo di dare una risposta a questa domanda, David Chalmers distingue tra due categorie di problemi associati alla coscienza: “i problemi facili” ed “il problema difficile”. È il secondo a rappresentare il vero enigma: come e perché l’esperienza soggettiva accompagna lo svolgimento di funzioni cognitive oggettive. Sei differenti soluzioni sono offerte da altrettante correnti filosofiche: materialismo tipo A, tipo B e tipo C (prospettive riduzioniste); interazionismo, epifenomenalismo e panprotopsichismo (prospettive non-riduzioniste). La corrente più promettente sembra essere l’ultima: la proto-esperienza cosciente costituisce l’aspetto intrinseco dell’intera realtà fisica. In questo contesto si configura la Teoria Orch-OR di Stuart Hameroff & Roger Penrose, secondo cui l’esperienza soggettiva si esprime al termine del processo fisico di riduzione oggettiva orchestrata che occorre nei microtubuli neuronali. La teoria è virtuosa ma altresì viziata, in particolar modo ignora l’esistenza di ipotesi ad essa complementari o supplementari. Fra queste, il Modello Dissipativo di Giuseppe Vitiello vale una menzione d’onore: a suo avviso, le radici della coscienza vanno ricercate nel permanente dialogo tra il cervello ed il suo doppio. Solo attraverso l’integrazione fra il dominio filosofico, fisico e soprattutto psicologico è possibile percorrere la strada che conduce all’elusiva essenza della coscienza.

Fisica e Metafisica della Coscienza

SALVI, NICCOLÒ
2014/2015

Abstract

Consciousness is possibly the most mysterious phenomenon of the universe: we are conscious, but nobody knows how and why. In the attempt of giving an answer to this question, David Chalmers distinguishes between two categories of problems: “the easy problems” and “the hard problem”. The second one represents the true conundrum: how and why subjective experience accompanies the performance of objective cognitive functions. Six different solutions are put forward by as many philosophical frameworks: materialism type A, type B and type C (reductive views); interactionism, epiphenomenalism and panprotopsychism (non-reductive views). The most promising framework seems to be the latter: conscious proto-experience constitutes the intrinsic aspect of the entire physical reality. In this background it sets up Orch-OR Theory by Stuart Hameroff & Roger Penrose, according to which subjective experience expresses itself at the end of the physical process of orchestrated objective reduction that occurs in neuronal microtubules. The theory is virtuous but also vitiated, in particular it disregards the existence of complementary or supplementary hypotheses. Among these, the Dissipative Model by Giuseppe Vitiello is worth an honorable mention: from his point of view, the roots of consciousness are to be sought in the permanent dialogue between the brain and its double. Only by means of the integration through philosophical, physical and especially psychological domain is it possible to walk down the road that leads to the elusive essence of consciousness.
2014
Physics and Metaphysics of Consciousness
La coscienza è forse il fenomeno più misterioso dell’universo: siamo coscienti, ma nessuno sa come e perché. Nel tentativo di dare una risposta a questa domanda, David Chalmers distingue tra due categorie di problemi associati alla coscienza: “i problemi facili” ed “il problema difficile”. È il secondo a rappresentare il vero enigma: come e perché l’esperienza soggettiva accompagna lo svolgimento di funzioni cognitive oggettive. Sei differenti soluzioni sono offerte da altrettante correnti filosofiche: materialismo tipo A, tipo B e tipo C (prospettive riduzioniste); interazionismo, epifenomenalismo e panprotopsichismo (prospettive non-riduzioniste). La corrente più promettente sembra essere l’ultima: la proto-esperienza cosciente costituisce l’aspetto intrinseco dell’intera realtà fisica. In questo contesto si configura la Teoria Orch-OR di Stuart Hameroff & Roger Penrose, secondo cui l’esperienza soggettiva si esprime al termine del processo fisico di riduzione oggettiva orchestrata che occorre nei microtubuli neuronali. La teoria è virtuosa ma altresì viziata, in particolar modo ignora l’esistenza di ipotesi ad essa complementari o supplementari. Fra queste, il Modello Dissipativo di Giuseppe Vitiello vale una menzione d’onore: a suo avviso, le radici della coscienza vanno ricercate nel permanente dialogo tra il cervello ed il suo doppio. Solo attraverso l’integrazione fra il dominio filosofico, fisico e soprattutto psicologico è possibile percorrere la strada che conduce all’elusiva essenza della coscienza.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/4742