Da sempre, il delicato tema del danno alla persona anima dottrina e giurisprudenza. Il presente lavoro approfondisce l’evoluzione storica del danno biologico, dalla svolta della responsabilità civile in chiave personalistica e non più patrimonialistica iniziata negli anni ’70, fino ai più recenti sviluppi. Particolare attenzione è riservata alla fase liquidatoria e ai diversi metodi storicamente prospettati allo scopo di concedere al danneggiato l’integrale risarcimento per il pregiudizio subìto. Infine, l’ultimo capitolo della presente tesi, affronta l’argomento dei c.d. danni da morte, la cui ampia categoria comprende sia il risarcimento chiesto dai familiari del de cuius per i pregiudizi patiti iure proprio, sia il ristoro del danno biologico terminale e del danno morale catastrofico ottenuto dalla vittima e trasmesso, iure seccessionis, ai propri eredi. Specifica considerazione è data alla controversa questione della risarcibilità del danno da morte immediata, c.d. danno tanatologico, attraverso la disamina delle argomentazioni addotte dall’orientamento contrario e quelle invocate dall’indirizzo favorevole alla sua configurabilità; completa la trattazione la recente sentenza Scarano della Cassazione (n. 1361/2014) che, apertis verbis, ammette il risarcimento del danno alla vita, contrariamente a quanto sino ad ora sostenuto dalla giurisprudenza di legittimità.
IL DANNO BIOLOGICO
GIRANDOLA, LUANA
2013/2014
Abstract
Da sempre, il delicato tema del danno alla persona anima dottrina e giurisprudenza. Il presente lavoro approfondisce l’evoluzione storica del danno biologico, dalla svolta della responsabilità civile in chiave personalistica e non più patrimonialistica iniziata negli anni ’70, fino ai più recenti sviluppi. Particolare attenzione è riservata alla fase liquidatoria e ai diversi metodi storicamente prospettati allo scopo di concedere al danneggiato l’integrale risarcimento per il pregiudizio subìto. Infine, l’ultimo capitolo della presente tesi, affronta l’argomento dei c.d. danni da morte, la cui ampia categoria comprende sia il risarcimento chiesto dai familiari del de cuius per i pregiudizi patiti iure proprio, sia il ristoro del danno biologico terminale e del danno morale catastrofico ottenuto dalla vittima e trasmesso, iure seccessionis, ai propri eredi. Specifica considerazione è data alla controversa questione della risarcibilità del danno da morte immediata, c.d. danno tanatologico, attraverso la disamina delle argomentazioni addotte dall’orientamento contrario e quelle invocate dall’indirizzo favorevole alla sua configurabilità; completa la trattazione la recente sentenza Scarano della Cassazione (n. 1361/2014) che, apertis verbis, ammette il risarcimento del danno alla vita, contrariamente a quanto sino ad ora sostenuto dalla giurisprudenza di legittimità.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/5054