In February 2020 in Egypt, the government banned the musical genre of maḥraganāt judged to be immoral and contrary to the values and morality of the country; in August of the same year the censorship court ruled the deletion of two songs from the show “The People's Artist” dedicated to the composer Sayyid Darwish. They are part of the musical heritage of the 1919 revolution when they were composed as battle hymns against English rule and sung by the Egyptian people also in other moments when they felt the strong need to unite against a common enemy. The government then got angry with the music, but for what reason? Through a path that will embrace Egyptian history from the 1920s to the present day, this thesis project will try to answer the above question by relying on history and the tools that this disciplinary area uses. The first chapter of this thesis will be dedicated to a methodological treatment in which the main debate regarding the use of sounds to "make history" will be addressed, aligning itself with the position of scholars of sensory history, which makes the "historicization of the senses" its main study objective. The following three chapters will be dedicated to the case study of Egypt with the analysis of the revolutions of 1919, 1952 and 2011. Of these phases the representative songs and their authors and performers will be analysed, through the consultation of sound sources (both original version and cover), trying to understand links and differences between the various historical eras, and the importance of the revolutionary musical heritage for the country.

Nel febbraio 2020 in Egitto il governo ha bandito il genere musicale del maḥraganāt giudicato immorale e contrario ai valori e al buon costume vigenti nel paese; nell’agosto dello stesso anno il tribunale della censura ha stabilito l’eliminazione di due canzoni dallo spettacolo “The People’s Artist” dedicato al compositore Sayyid Darwish. Queste sono parte del patrimonio musicale della rivoluzione del 1919 quando furono composte come inni di battaglia contro il dominio inglese e sono state intonate dal popolo egiziano anche in altri momenti in cui si è sentita la forte necessità di unirsi contro un nemico comune. Il governo ha deciso quindi di prendersela con la musica, ma per quale ragione? Attraverso un percorso che abbraccerà la storia egiziana dagli anni ’20 del Novecento ai giorni nostri questo progetto di tesi cercherà di rispondere al quesito soprastante affidandosi soprattutto alla storia e agli strumenti che questo ambito disciplinare utilizza. Il primo capitolo sarà dedicato a una trattazione metodologica in cui si affronterà il principale dibattito relativo all’uso dei suoni per “fare storia” allineandosi alla posizione degli studiosi della sensory history, la quale fa della “storicizzazione dei sensi” il suo principale obiettivo di studio. I successivi tre capitoli saranno dedicati al caso di studio dell’Egitto con l’analisi delle rivoluzioni del 1919, del 1952 e del 2011. Di queste fasi si analizzeranno le canzoni rappresentative e i loro autori e interpreti, attraverso la consultazione delle fonti sonore sia originali che riadattate, e cercando di carpire legami e differenze tra le diverse epoche, così come l’importanza del patrimonio musicale rivoluzionario per il paese.

Musica e protesta: le canzoni nelle rivoluzioni egiziane dal Wafd a Piazza Tahrir (1919-2011)

AGRESTINO, CLAUDIA
2019/2020

Abstract

In February 2020 in Egypt, the government banned the musical genre of maḥraganāt judged to be immoral and contrary to the values and morality of the country; in August of the same year the censorship court ruled the deletion of two songs from the show “The People's Artist” dedicated to the composer Sayyid Darwish. They are part of the musical heritage of the 1919 revolution when they were composed as battle hymns against English rule and sung by the Egyptian people also in other moments when they felt the strong need to unite against a common enemy. The government then got angry with the music, but for what reason? Through a path that will embrace Egyptian history from the 1920s to the present day, this thesis project will try to answer the above question by relying on history and the tools that this disciplinary area uses. The first chapter of this thesis will be dedicated to a methodological treatment in which the main debate regarding the use of sounds to "make history" will be addressed, aligning itself with the position of scholars of sensory history, which makes the "historicization of the senses" its main study objective. The following three chapters will be dedicated to the case study of Egypt with the analysis of the revolutions of 1919, 1952 and 2011. Of these phases the representative songs and their authors and performers will be analysed, through the consultation of sound sources (both original version and cover), trying to understand links and differences between the various historical eras, and the importance of the revolutionary musical heritage for the country.
2019
Music and protest: songs in the Egyptian revolutions from the Wafd to Tahrir Square (1919-2011)
Nel febbraio 2020 in Egitto il governo ha bandito il genere musicale del maḥraganāt giudicato immorale e contrario ai valori e al buon costume vigenti nel paese; nell’agosto dello stesso anno il tribunale della censura ha stabilito l’eliminazione di due canzoni dallo spettacolo “The People’s Artist” dedicato al compositore Sayyid Darwish. Queste sono parte del patrimonio musicale della rivoluzione del 1919 quando furono composte come inni di battaglia contro il dominio inglese e sono state intonate dal popolo egiziano anche in altri momenti in cui si è sentita la forte necessità di unirsi contro un nemico comune. Il governo ha deciso quindi di prendersela con la musica, ma per quale ragione? Attraverso un percorso che abbraccerà la storia egiziana dagli anni ’20 del Novecento ai giorni nostri questo progetto di tesi cercherà di rispondere al quesito soprastante affidandosi soprattutto alla storia e agli strumenti che questo ambito disciplinare utilizza. Il primo capitolo sarà dedicato a una trattazione metodologica in cui si affronterà il principale dibattito relativo all’uso dei suoni per “fare storia” allineandosi alla posizione degli studiosi della sensory history, la quale fa della “storicizzazione dei sensi” il suo principale obiettivo di studio. I successivi tre capitoli saranno dedicati al caso di studio dell’Egitto con l’analisi delle rivoluzioni del 1919, del 1952 e del 2011. Di queste fasi si analizzeranno le canzoni rappresentative e i loro autori e interpreti, attraverso la consultazione delle fonti sonore sia originali che riadattate, e cercando di carpire legami e differenze tra le diverse epoche, così come l’importanza del patrimonio musicale rivoluzionario per il paese.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/570