Archivi di antiche famiglie cremonesi nel fondo Sommi Picenardi dell'Archivio di Stato di Cremona

Documents and papers are important history evidences and sources, especially to recreate a more unconventional history, one which tells the lives, the habits and the traditions of people in a particular moment set in time. Thanks to the ancient families archives kept in State Paper Offices or hold by their descendants, who are obliged to allow the consultation of those archives if they have been declared of great historical interest by the government, scholars are able to discover new sources and ways of retracing past events or ways of living and thinking. In particular these documents allow to recreate the local historiography and the local noble and middle class families history, since these two types of families were the ones more interested in keeping track of theirs privileges and businesses. As a matter of fact, during the centuries, the family archives were formed to keep track of the family properties and capital, around which every family activity and alliance were focused, as its primary aim was to maintain or better to grow said assets. For these reasons the majority of papers, arrived till us, are notarial acts, privileges, family books and genealogy which testify the rights of the family. Also because during the Eighteenth century in Italy many noble families have to prove their nobility to the new Austrian government and, as result of all this, many archives are reorganised to find more easily the needed documents. In this time period the most common method to organise an archive is to divide the papers by subject and not by the producers as it is done nowadays to maintain separate the archives of the different institutions, families or individuals. The organisation by subject is also the chosen way to organise the Sommi Picenardi family archive, which is the subject of this dissertation. The archive has been reorganised by the marquis Guido Sommi Picenardi between the Nineteenth end Twentieth century and is now kept in Cremona State Papers Office. During his organisation the historical and heraldry enthusiast Guido Sommi Picenardi joins together the archives and documents of many different families, which were arrived in the family archive for many different reason, but overall due to marriages and inheritances. Therefore the aim of this work is to explain how and why the archives of many ancient and noble families from Cremona are kept in this particular archive, and to analyze and to do an inventory of the first class of the fifteen in which the Sommi Picenardi archive is divided and organised in. To be able to do so, firstly, I retraced the family archives general history, and then I recreated the Sommi Picenardi family history to understand how the others families were linked to them, and by doing so I also recalled the story of all those families. Lastly I wrote an inventory of the first class which is identified as «Genealogie, uffici civili, militari ed ecclesiastici, titoli nobiliari, onoranze funebri, feudi, marchesati di Calvatone e Piadena».

Atti e documenti sono importanti fonti per la ricerca storica, specialmente per ricostruire una storia meno convenzionale, fatta non solo di avvenimenti e date, ma che ripercorre anche le idee, le tradizioni e i costumi di un determinato momento storico. Grazie agli archivi familiari conservati negli Archivi di Stato o dai discendenti di dette famiglie che sono obbligati a rendere disponibile per la consultazione tale materiale, quando i loro archivi siano stati dichiarati di notevole interesse storico, gli studiosi possono scoprire nuove fonti e metodi per tracciare il dispiegarsi di passati accadimenti o lo sviluppo di determinati usi o modi di pensare. In particolare le tipologie di atti conservati in questa categoria di archivi permettono di ricostruire sia la storia locale sia quella delle famiglie che hanno vissuto in quella determinata zona nel corso dei secoli. La maggior parte dei casati, di cui si è in grado di ricostruirne le vicende, appartengono alla classe nobiliare o al ceto borghese e, in quest'ultimo caso, si tratta soprattutto di famiglie mercantili, poiché sono queste le due tipologie familiari a cui appartiene la gran parte degli archivi giunta sino a noi oggi. Sono infatti i nobili e i commercianti che avvertono il bisogno di conservare presso di sé quei documenti, atti e carte che, nel primo caso, testimoniano i privilegi e la genealogia della famiglia, mentre nel secondo tengono traccia delle attività e degli affari. In generale, gli archivi privati, e quelli familiari in particolare, ruotano attorno al patrimonio, che i vari membri della famiglia cercano di mantenere o, meglio ancora, di accrescere nel corso del tempo e delle generazioni. Proprio per tale motivo la maggioranza delle serie documentarie conservate all'interno di questa tipologia di archivi è formata da istrumenti notarili, privilegi, libri di famiglia e genealogie che danno conto dei diritti di una determinata famiglia. Diritti che, nel corso del Settecento e Ottocento, la nobiltà italiana ha dovuto dimostrare più volte al governo. Anche per questa ragione nel XVIII secolo cominciano ad avviarsi molteplici imprese di riorganizzazioni degli archivi familiari, spesso ad opera di archivisti professionisti, che hanno come obiettivo di facilitare il reperimento degli atti necessari a giustificare la propria nobiltà e i propri privilegi. Uno dei metodi di ordinamento più adottati per la sistemazione degli archivi familiari è il cosiddetto metodo di ordinamento per materia, usato per la prima volta dal principe di Kaunizt per sistemare l'archivio di Maria Teresa d'Austria e poi diffusosi anche nella Penisola. È questa, infatti, la tipologia di ordinamento scelta dal marchese Guido Sommi Picenardi per riordinare il proprio archivio di famiglia tra la fine dell'Ottocento e primi anni del Novecento, oggi conservato nell'Archivio di Stato di Cremona, e oggetto del presente lavoro. In particolare l'analisi di chi scrive si è concentrata sui documenti appartenenti alla classe denominata «Genealogie, uffici civili, militari ed ecclesiastici, titoli nobiliari, onoranze funebri, feudi, marchesati di Calvatone e Piadena», raccolta oggi nelle prime quaranta buste dell'archivio Sommi Picenardi. Con questa tesi si è cercato, infatti, di mettere in luce non solo il lavoro di riordinamento del marchese, ma anche di capire le ragioni per cui all'interno di tale fondo siano conservati gli archivi di molteplici famiglie cremonesi e come queste nel tempo si siano legate alla famiglia Sommi Picenardi. Per fare ciò, dopo aver tracciato una breve storia generale degli archivi privati e familiari, si è provato a ricostruire non solo la storia della famiglia Sommi Picenardi, ma anche le vicende dei casati che conservano all'interno di questo archivio il proprio. Si è infine redatto l'inventario del contenuto delle prime quaranta buste del fondo per dar conto delle serie documentarie ivi raccolte e conservate.