Il presente lavoro intende mostrare l’aspetto filosofico dell’attività di traduzione. Non riguarda teorie di traduzione o gli aspetti di pertinenza puramente linguistica, ma l’aspetto dinamico di un processo complesso ed interdisciplinare. La traduzione è un’attività pratico-teorica indispensabile, difficilmente avremmo potuto immaginare l’essere nel mondo globalizzato senza l’utilizzo di un costante lavoro di traduzione. Tradurre significa trasferire il senso di un testo/discorso, da una lingua all’altra, è un’attività che si svolge nello spazio intermedio tra due forme di vita simbolica, connotata dalla percezione di distanza e del rapporto con alterità. L’apertura verso l’altro è considerata come il punto fondamentale del conoscere, assumendo come punto di partenza le differenze anziché il principio di identità. L’aspetto epistemologico della traduzione è sottoposto ad analisi dettagliata in considerazione dei tre aspetti fondamentali del processo traduttivo: la comprensione del testo, la posizione particolare del traduttore e la configurazione del testo tradotto. La riflessione si svolge sullo sfondo della teoria del principio dialogico di Michail Bachtin, il filosofo russo noto per la sua teoria del dialogo. Il principio dialogico riguarda non solo i testi letterari ma tutte le scienze umane, che hanno come oggetto di studio l’uomo come produttore di testi. Il linguaggio assume valenze sociologiche, la prospettiva dialogica astrae dalla strumentalizzazione del linguaggio, il linguaggio è il pensiero ed è interamente dialogico. Il principio dialogico trova la sua utilità nelle analisi comparative dei testi letterari e permette di focalizzare l’attenzione sulle particolari dinamiche delle modalità discorsive, che sfuggono ai metodi tradizionali. Le lingue, le letterature evolvono per differenziazione nella compresenza costante di riconfigurazione degli orizzonti di senso nuovo. Il metodo di comparazione differenziale ha un’ampia portata epistemologica e potrebbe essere esteso anche all’attività di traduzione. Il plurilinguismo fa parte immanente della società contemporanea; le traduzioni, o meglio il dialogo interculturale tra le differenze, costituiscono un antidoto potente contro la tendenza dell’imposizione mono linguistica e monoculturale. Solo l’interrelazione costruttiva tra le lingue costituisce il motore di conoscenza e la fonte dell’arricchimento culturale.
La traduzione come dialogo interculturale
BOUDNIK, OLGA
2018/2019
Abstract
Il presente lavoro intende mostrare l’aspetto filosofico dell’attività di traduzione. Non riguarda teorie di traduzione o gli aspetti di pertinenza puramente linguistica, ma l’aspetto dinamico di un processo complesso ed interdisciplinare. La traduzione è un’attività pratico-teorica indispensabile, difficilmente avremmo potuto immaginare l’essere nel mondo globalizzato senza l’utilizzo di un costante lavoro di traduzione. Tradurre significa trasferire il senso di un testo/discorso, da una lingua all’altra, è un’attività che si svolge nello spazio intermedio tra due forme di vita simbolica, connotata dalla percezione di distanza e del rapporto con alterità. L’apertura verso l’altro è considerata come il punto fondamentale del conoscere, assumendo come punto di partenza le differenze anziché il principio di identità. L’aspetto epistemologico della traduzione è sottoposto ad analisi dettagliata in considerazione dei tre aspetti fondamentali del processo traduttivo: la comprensione del testo, la posizione particolare del traduttore e la configurazione del testo tradotto. La riflessione si svolge sullo sfondo della teoria del principio dialogico di Michail Bachtin, il filosofo russo noto per la sua teoria del dialogo. Il principio dialogico riguarda non solo i testi letterari ma tutte le scienze umane, che hanno come oggetto di studio l’uomo come produttore di testi. Il linguaggio assume valenze sociologiche, la prospettiva dialogica astrae dalla strumentalizzazione del linguaggio, il linguaggio è il pensiero ed è interamente dialogico. Il principio dialogico trova la sua utilità nelle analisi comparative dei testi letterari e permette di focalizzare l’attenzione sulle particolari dinamiche delle modalità discorsive, che sfuggono ai metodi tradizionali. Le lingue, le letterature evolvono per differenziazione nella compresenza costante di riconfigurazione degli orizzonti di senso nuovo. Il metodo di comparazione differenziale ha un’ampia portata epistemologica e potrebbe essere esteso anche all’attività di traduzione. Il plurilinguismo fa parte immanente della società contemporanea; le traduzioni, o meglio il dialogo interculturale tra le differenze, costituiscono un antidoto potente contro la tendenza dell’imposizione mono linguistica e monoculturale. Solo l’interrelazione costruttiva tra le lingue costituisce il motore di conoscenza e la fonte dell’arricchimento culturale.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/5991