La posizione geografica della Polonia ha posto questo paese, nell’ultimo secolo, al centro di ogni importante accadimento che ha segnato l’Europa. Nonostante ciò, quasi tutti i libri di storia mettono in secondo piano le vicende e gli eventi politici e sociali che hanno sconvolto lo Stato polacco. Dalla ricostruzione del primo dopo guerra, passando per l’avvento del Comunismo nell’Est Europa, fino poi al suo declino con il crollo della Cortina di Ferro e l’apertura dei “Paesi Satellite” all’Occidente, la Polonia ha costruito la sua storia attraverso il XX secolo. E con essa lo ha fatto la Chiesa Cattolica, le cui radici sono profonde nella tradizione polacca e i cui destini sono sempre stati indissolubilmente legati. Non a caso ancora oggi, con quasi il 90% della popolazione di fede cattolica, la Repubblica Polacca è lo stato con la più alta concentrazione di credenti di tutta Europa. E il motivo è semplice: la Chiesa Cattolica è stata l’ancora alla quale il popolo polacco si aggrappato durante gli anni del Comunismo, opponendosi esplicitamente al regime e formandone l’unico e vero antagonista in un mondo dove lo strapotere del Partito era solito essere incontrastato. La Chiesa Cattolica, con principale fautore il Pontefice Carol Wojtyla, ha messo le basi per il crollo del Comunismo in Europa ispirando movimenti di liberazione come Solidarnosc. La Chiesa Cattolica, in definitiva, ha dato una speranza li dove non ce n’era. Questo suo ruolo ha poi di conseguenza influenzato da un lato la percezione della Chiesa Romana da parte del popolo, dall’altro ha comportato il “diritto” ad un’alta considerazione da parte del Governo post-comunista polacco, che ha portato alla stipulazione, nel 1993, di un Concordato che concede ampia libertà e poteri all’Episcopato: un accordo che ricalca molto quello italiano, un’eccezione in un mondo ed in una società tendente alla laicità e dove vige totale uguaglianza tra le varie confessioni religiose. Questo lavoro nasce quindi dall’interesse per la storia del rapporto Stato-Chiesa che mai, come negli ultimi 50 anni, ha influenzato le sorti di un paese. Nonché dall’esperienza diretta di un mondo, quello cattolico polacco, affascinante e allo stesso tempo anacronistico, perché ancora legato strettamente alle sue tradizioni e alla sua fede, anche se lentamente destinato a dimenticare l’importanza della Chiesa nella sua lotta per conquistare la libertà in favore di un’apertura al mondo occidentale. Nel presente elaborato mi sono quindi occupato dei rapporti che sono intercorsi tra la Santa Sede e lo Stato Polacco dalla liberazione al termine del primo conflitto mondiale fino ai giorni nostri, dando rilevanza allo scontro politico e sociale tra Chiesa e Partito Comunista della seconda parte del XX secolo, fondamentale per capire le dinamiche degli accordi stipulati alle porte del nuovo millennio fra le due istituzioni e tutt’ora esistenti. La prima parte del presente lavoro sarà quindi dedicata ad un’analisi storica e politica dell’Europa in generale e della Polonia in particolare, analizzando le varie fonti giuridiche che hanno disciplinato su vari livelli i rapporti con la Chiesa Cattolica e regolato la libertà di coscienza, di confessione e i diritti umani fino alle soglie della Seconda Guerra Mondiale. Seguirà poi la trattazione dell’avvento del Comunismo nel nostro continente, non essendo possibile parlare di confessioni religiose in Polonia senza svolgere un attento e puntuale studio della politica comunista in materia di religioni, necessaria per capire la particolarità e la rilevanza nella gestione della società da parte della Chiesa in quegli anni. La seconda parte, invece, sarà incentrata sul Concordato tra la Santa Sede e la Repubblica Polacca del 1993, iniziando dalle problematiche relative ai suoi negoziati per poi entrare nel merito dell’accordo stesso.
I rapporti tra Stato e Chiesa in Polonia dal primo dopoguerra ad oggi. Profili giuridici
CULLACIATI, CARLO MARIA
2016/2017
Abstract
La posizione geografica della Polonia ha posto questo paese, nell’ultimo secolo, al centro di ogni importante accadimento che ha segnato l’Europa. Nonostante ciò, quasi tutti i libri di storia mettono in secondo piano le vicende e gli eventi politici e sociali che hanno sconvolto lo Stato polacco. Dalla ricostruzione del primo dopo guerra, passando per l’avvento del Comunismo nell’Est Europa, fino poi al suo declino con il crollo della Cortina di Ferro e l’apertura dei “Paesi Satellite” all’Occidente, la Polonia ha costruito la sua storia attraverso il XX secolo. E con essa lo ha fatto la Chiesa Cattolica, le cui radici sono profonde nella tradizione polacca e i cui destini sono sempre stati indissolubilmente legati. Non a caso ancora oggi, con quasi il 90% della popolazione di fede cattolica, la Repubblica Polacca è lo stato con la più alta concentrazione di credenti di tutta Europa. E il motivo è semplice: la Chiesa Cattolica è stata l’ancora alla quale il popolo polacco si aggrappato durante gli anni del Comunismo, opponendosi esplicitamente al regime e formandone l’unico e vero antagonista in un mondo dove lo strapotere del Partito era solito essere incontrastato. La Chiesa Cattolica, con principale fautore il Pontefice Carol Wojtyla, ha messo le basi per il crollo del Comunismo in Europa ispirando movimenti di liberazione come Solidarnosc. La Chiesa Cattolica, in definitiva, ha dato una speranza li dove non ce n’era. Questo suo ruolo ha poi di conseguenza influenzato da un lato la percezione della Chiesa Romana da parte del popolo, dall’altro ha comportato il “diritto” ad un’alta considerazione da parte del Governo post-comunista polacco, che ha portato alla stipulazione, nel 1993, di un Concordato che concede ampia libertà e poteri all’Episcopato: un accordo che ricalca molto quello italiano, un’eccezione in un mondo ed in una società tendente alla laicità e dove vige totale uguaglianza tra le varie confessioni religiose. Questo lavoro nasce quindi dall’interesse per la storia del rapporto Stato-Chiesa che mai, come negli ultimi 50 anni, ha influenzato le sorti di un paese. Nonché dall’esperienza diretta di un mondo, quello cattolico polacco, affascinante e allo stesso tempo anacronistico, perché ancora legato strettamente alle sue tradizioni e alla sua fede, anche se lentamente destinato a dimenticare l’importanza della Chiesa nella sua lotta per conquistare la libertà in favore di un’apertura al mondo occidentale. Nel presente elaborato mi sono quindi occupato dei rapporti che sono intercorsi tra la Santa Sede e lo Stato Polacco dalla liberazione al termine del primo conflitto mondiale fino ai giorni nostri, dando rilevanza allo scontro politico e sociale tra Chiesa e Partito Comunista della seconda parte del XX secolo, fondamentale per capire le dinamiche degli accordi stipulati alle porte del nuovo millennio fra le due istituzioni e tutt’ora esistenti. La prima parte del presente lavoro sarà quindi dedicata ad un’analisi storica e politica dell’Europa in generale e della Polonia in particolare, analizzando le varie fonti giuridiche che hanno disciplinato su vari livelli i rapporti con la Chiesa Cattolica e regolato la libertà di coscienza, di confessione e i diritti umani fino alle soglie della Seconda Guerra Mondiale. Seguirà poi la trattazione dell’avvento del Comunismo nel nostro continente, non essendo possibile parlare di confessioni religiose in Polonia senza svolgere un attento e puntuale studio della politica comunista in materia di religioni, necessaria per capire la particolarità e la rilevanza nella gestione della società da parte della Chiesa in quegli anni. La seconda parte, invece, sarà incentrata sul Concordato tra la Santa Sede e la Repubblica Polacca del 1993, iniziando dalle problematiche relative ai suoi negoziati per poi entrare nel merito dell’accordo stesso.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/6155