The dissolution of the Socialist Federal Republic of Yugoslavia, or Socijalistička Federativna Republika Jugoslavija (SFRJ) was a cataclysmic event that was many years in the making. This state, in particular, was an amalgamation of various ethno-religious groups that were, more or less, tied together through a socialist federation in order to finally unite the South Slav people after centuries of war and outside occupation. The events of WWII proved vital to the birth of Socialist Yugoslavia as the republics of Bosnia-Herzegovina, Croatia, Macedonia, Montenegro, Serbia, and Slovenia were freed from the Axis Powers by the charismatic communist partisan Josip Broz Tito. In the post-war years, the SFRJ followed a truly unique path of non-alignment and socialist self-management that set itself apart from the rest of the global socialist states. However, following the death of Marshall Tito in 1980, the SFRJ spiraled into chaos as the economy tanked and ethno-nationalist rhetoric engulfed the populous. From here, Yugoslav communism was in crisis as they Communist Party folded and opted to hold multiparty elections for the first time in 1990. As 1991 drew to a close, ethno-nationalist parties were in control of all the Yugoslav republics and three (Croatia, Slovenia, and Bosnia-Herzegovina) sought independence. The most ethnically heterogeneous republic, Bosnia-Herzegovina, soon devolved into a bloodbath in the spring of 1992; a brutal civil war. What set the Bosnian War apart from the other wars of independence was the fact that there were multiple belligerents partaking in the violence; resulting in a rather complicated conflict that was destined for disaster. Thus, the purpose of this work is to explain how peace was eventually achieved with signing of the Dayton Peace Accords in 1995. In doing so, we will using Game Theory to explain the choice and eventual decisions made by the two final opposing actors: the Federation of Bosnia-Herzegovina and the Republika Srpska. Through the theoretical game analysis, we will be able to gain a better understanding of this incredibly complex conflict.

Lo scioglimento della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, o Socijalistička Federativna Republika Jugoslavija (SFRJ), è stato un evento catastrofico che si è protratto per molti anni. Questo Stato, in particolare, si trattava di una fusione di vari gruppi etno-religiosi che erano, in buona parte, accomunati da una federazione socialista che aveva come fine ultimo quello di unire il popolo slavo del Sud dopo secoli di guerre e di occupazione straniera. Gli eventi della seconda guerra mondiale si rivelarono fondamentali per la nascita della Jugoslavia socialista, poiché le repubbliche di Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia, e Slovenia furono liberate dai poteri dell'Asse dal carismatico partigiano communista Josip Broz Tito. Negli anni del dopoguerra, la SFRJ ha seguito un percorso davvero unico di non allineamento e di autogestione socialista che si è distinto dal resto degli Stati socialisti globali. Tuttavia, dopo la morte di Tito nel 1980, la SFRJ è precipitata nel caos, mentre l'economia andava in crisi e la retorica etno-nazionalista inghiottiva la popolazione. Da qui, il comunismo jugoslavo degenerò quando il Partito comunista si piegò e scelse di tenere elezioni multipartitiche per la prima volta nel 1990. Quando il 1991 volze al termine, i partiti etno-nazionalisti controllavano tutte le repubbliche jugoslave; tuttavia, tre di esse, ovvero Croazia, Slovenia, e Bosnia-Erzegovina cercarono ottenere l'indipendenza. La repubblica più eterogenea dal punto di vista etnico, la Bosnia-Erzegovina, si trasformò in un bagno di sangue nella primavera del 1992; una guerra civile brutale. Ciò che distingue la guerra di Bosnia dalle altre guerre d'indipendenza è il fatto che ci sono stati più belligeranti che hanno partecipato alle violenze; il risultato è stato un conflitto piuttosto complicato, destinato al disastro. Lo scopo di questo lavoro è quindi quello di spiegare come la pace sia stata alla fine raggiunta con gli accordi di pace di Dayton nel 1995. Così facendo, useremo la Teoria dei Giochi per spiegare la scelta e le eventuali decisioni prese dai due attori finali opposti: la Federazione della Bosnia-Erzegovina e la Republika Srpska. Attraverso l'analisi teorica del gioco, saremo in grado di comprendere meglio questo conflitto incredibilmente complesso.

A Theoretical Game Analysis of the Bosnian Peace Process: 1992-1995

RONCO, NATHAN MICHAEL
2018/2019

Abstract

The dissolution of the Socialist Federal Republic of Yugoslavia, or Socijalistička Federativna Republika Jugoslavija (SFRJ) was a cataclysmic event that was many years in the making. This state, in particular, was an amalgamation of various ethno-religious groups that were, more or less, tied together through a socialist federation in order to finally unite the South Slav people after centuries of war and outside occupation. The events of WWII proved vital to the birth of Socialist Yugoslavia as the republics of Bosnia-Herzegovina, Croatia, Macedonia, Montenegro, Serbia, and Slovenia were freed from the Axis Powers by the charismatic communist partisan Josip Broz Tito. In the post-war years, the SFRJ followed a truly unique path of non-alignment and socialist self-management that set itself apart from the rest of the global socialist states. However, following the death of Marshall Tito in 1980, the SFRJ spiraled into chaos as the economy tanked and ethno-nationalist rhetoric engulfed the populous. From here, Yugoslav communism was in crisis as they Communist Party folded and opted to hold multiparty elections for the first time in 1990. As 1991 drew to a close, ethno-nationalist parties were in control of all the Yugoslav republics and three (Croatia, Slovenia, and Bosnia-Herzegovina) sought independence. The most ethnically heterogeneous republic, Bosnia-Herzegovina, soon devolved into a bloodbath in the spring of 1992; a brutal civil war. What set the Bosnian War apart from the other wars of independence was the fact that there were multiple belligerents partaking in the violence; resulting in a rather complicated conflict that was destined for disaster. Thus, the purpose of this work is to explain how peace was eventually achieved with signing of the Dayton Peace Accords in 1995. In doing so, we will using Game Theory to explain the choice and eventual decisions made by the two final opposing actors: the Federation of Bosnia-Herzegovina and the Republika Srpska. Through the theoretical game analysis, we will be able to gain a better understanding of this incredibly complex conflict.
2018
A Theoretical Game Analysis of the Bosnian Peace Process: 1992-1995
Lo scioglimento della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, o Socijalistička Federativna Republika Jugoslavija (SFRJ), è stato un evento catastrofico che si è protratto per molti anni. Questo Stato, in particolare, si trattava di una fusione di vari gruppi etno-religiosi che erano, in buona parte, accomunati da una federazione socialista che aveva come fine ultimo quello di unire il popolo slavo del Sud dopo secoli di guerre e di occupazione straniera. Gli eventi della seconda guerra mondiale si rivelarono fondamentali per la nascita della Jugoslavia socialista, poiché le repubbliche di Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia, e Slovenia furono liberate dai poteri dell'Asse dal carismatico partigiano communista Josip Broz Tito. Negli anni del dopoguerra, la SFRJ ha seguito un percorso davvero unico di non allineamento e di autogestione socialista che si è distinto dal resto degli Stati socialisti globali. Tuttavia, dopo la morte di Tito nel 1980, la SFRJ è precipitata nel caos, mentre l'economia andava in crisi e la retorica etno-nazionalista inghiottiva la popolazione. Da qui, il comunismo jugoslavo degenerò quando il Partito comunista si piegò e scelse di tenere elezioni multipartitiche per la prima volta nel 1990. Quando il 1991 volze al termine, i partiti etno-nazionalisti controllavano tutte le repubbliche jugoslave; tuttavia, tre di esse, ovvero Croazia, Slovenia, e Bosnia-Erzegovina cercarono ottenere l'indipendenza. La repubblica più eterogenea dal punto di vista etnico, la Bosnia-Erzegovina, si trasformò in un bagno di sangue nella primavera del 1992; una guerra civile brutale. Ciò che distingue la guerra di Bosnia dalle altre guerre d'indipendenza è il fatto che ci sono stati più belligeranti che hanno partecipato alle violenze; il risultato è stato un conflitto piuttosto complicato, destinato al disastro. Lo scopo di questo lavoro è quindi quello di spiegare come la pace sia stata alla fine raggiunta con gli accordi di pace di Dayton nel 1995. Così facendo, useremo la Teoria dei Giochi per spiegare la scelta e le eventuali decisioni prese dai due attori finali opposti: la Federazione della Bosnia-Erzegovina e la Republika Srpska. Attraverso l'analisi teorica del gioco, saremo in grado di comprendere meglio questo conflitto incredibilmente complesso.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
Per maggiori informazioni e per verifiche sull'eventuale disponibilità del file scrivere a: unitesi@unipv.it.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/6158