Negli anni '90 del secolo scorso si assiste ad una vera e propria "rivoluzione copernicana" dei servizi idrici italiani, in linea con quanto accade nel settore dei servizi pubblici locali. L'atteggiamento nei confronti della risorsa idrica assume connotati del tutto innovativi, tanto che viene tratteggiata una disciplina che si incardina sulla commistione di principi riconducibili ora alla natura intrinseca dell'acqua quale bene fondamentale per la vita, ora al conseguimento di un sistema efficiente informato a principi di matrice imprenditoriale, ora alla tutela dell'ambiente. Da tale affermazione di principio, come spesso accade, non consegue l'immediata realizzazione del progetto auspicato. Il percorso si è rivelato lungo e tortuoso e, con il passare del tempo, si sono manifestati tutti i limiti e le difficoltà di una simile impostazione. La scelta del legislatore di liberalizzare il settore, bilanciando il conseguente squilibrio di tutela con la previsione di un sistema di regolazione ha incontrato non poche difficoltà nelle fasi della sua concreta attuazione. Così il sistema ha prestato il fianco a critiche mosse dalle teorie che rivendicano la totale appartenenza pubblica del servizio. Questa messa in discussione dell'impianto normativo in essere è culminata con l'indizione del referendum abrogativo nel 2011. La consultazione referendaria ha portato ad un sensibile aumento delle incertezze della disciplina, alle quali si somma l'insostenibilità finanziaria acclarata del modello risultante che finisce per "ripudiare" l'intervento privato. Nonostante ciò il sistema si è evoluto secondo le necessità, procedendo verso la realizzazione di una vera regolazione e verso l'inserimento di meccanismi di tutela del consumatore e dell'utente. La tariffa applicata al servizio si colloca al crocevia tra la tutela dell'utente finale, al quale deve essere assicurato l'accesso al servizio, e la necessità in capo al soggetto gestore di sostenere i costi necessari, preservando così una potenziale attrattiva verso i capitali privati. Essa deve garantire al gestore la concreta possibilità di investire per ottenere una maggiore sostenibilità ed efficienza del servizio, in linea con quanto oggi è lecito aspettarsi da un paese evoluto. Esiste un diritto collettivo all'acqua i cui confini sono difficili da tratteggiare, ma di cui è indubbia l'estensione non soltanto alle generazioni presenti, ma anche a quelle future, intimando così un impegno concreto e comune da parte delle forze economiche del paese. Ciò in virtù della tutela di un bene di cui molto probabilmente non si comprende ancora a pieno il valore. Il sistema della regolazione è giunto ad uno stadio di maturazione e l'aspetto sociale è posto al centro delle determinazioni tariffarie, e tutto ciò grazie alle contingenze. Ora tocca al legislatore intervenire, consolidando gli obiettivi raggiunti. Ci sono delle proposte di legge al vaglio parlamentare che però sembrano andare nella direzione opposta a quella attuale. Vi è inoltre la necessità di promuovere su più fronti una campagna di sensibilizzazione e di informazione, così che assuma maggior valore il controllo partecipativo della collettività. Per il bene dell'intero ecosistema.
I paradigmi gestionali del servizio idrico integrato alla luce della disciplina tariffaria. Tra regolazione e aperture al mercato.
BONOMI, LORENZO
2017/2018
Abstract
Negli anni '90 del secolo scorso si assiste ad una vera e propria "rivoluzione copernicana" dei servizi idrici italiani, in linea con quanto accade nel settore dei servizi pubblici locali. L'atteggiamento nei confronti della risorsa idrica assume connotati del tutto innovativi, tanto che viene tratteggiata una disciplina che si incardina sulla commistione di principi riconducibili ora alla natura intrinseca dell'acqua quale bene fondamentale per la vita, ora al conseguimento di un sistema efficiente informato a principi di matrice imprenditoriale, ora alla tutela dell'ambiente. Da tale affermazione di principio, come spesso accade, non consegue l'immediata realizzazione del progetto auspicato. Il percorso si è rivelato lungo e tortuoso e, con il passare del tempo, si sono manifestati tutti i limiti e le difficoltà di una simile impostazione. La scelta del legislatore di liberalizzare il settore, bilanciando il conseguente squilibrio di tutela con la previsione di un sistema di regolazione ha incontrato non poche difficoltà nelle fasi della sua concreta attuazione. Così il sistema ha prestato il fianco a critiche mosse dalle teorie che rivendicano la totale appartenenza pubblica del servizio. Questa messa in discussione dell'impianto normativo in essere è culminata con l'indizione del referendum abrogativo nel 2011. La consultazione referendaria ha portato ad un sensibile aumento delle incertezze della disciplina, alle quali si somma l'insostenibilità finanziaria acclarata del modello risultante che finisce per "ripudiare" l'intervento privato. Nonostante ciò il sistema si è evoluto secondo le necessità, procedendo verso la realizzazione di una vera regolazione e verso l'inserimento di meccanismi di tutela del consumatore e dell'utente. La tariffa applicata al servizio si colloca al crocevia tra la tutela dell'utente finale, al quale deve essere assicurato l'accesso al servizio, e la necessità in capo al soggetto gestore di sostenere i costi necessari, preservando così una potenziale attrattiva verso i capitali privati. Essa deve garantire al gestore la concreta possibilità di investire per ottenere una maggiore sostenibilità ed efficienza del servizio, in linea con quanto oggi è lecito aspettarsi da un paese evoluto. Esiste un diritto collettivo all'acqua i cui confini sono difficili da tratteggiare, ma di cui è indubbia l'estensione non soltanto alle generazioni presenti, ma anche a quelle future, intimando così un impegno concreto e comune da parte delle forze economiche del paese. Ciò in virtù della tutela di un bene di cui molto probabilmente non si comprende ancora a pieno il valore. Il sistema della regolazione è giunto ad uno stadio di maturazione e l'aspetto sociale è posto al centro delle determinazioni tariffarie, e tutto ciò grazie alle contingenze. Ora tocca al legislatore intervenire, consolidando gli obiettivi raggiunti. Ci sono delle proposte di legge al vaglio parlamentare che però sembrano andare nella direzione opposta a quella attuale. Vi è inoltre la necessità di promuovere su più fronti una campagna di sensibilizzazione e di informazione, così che assuma maggior valore il controllo partecipativo della collettività. Per il bene dell'intero ecosistema.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
Per maggiori informazioni e per verifiche sull'eventuale disponibilità del file scrivere a: unitesi@unipv.it.
https://hdl.handle.net/20.500.14239/6299