Orlando si inserisce nella vasta produzione letteraria di Virginia Woolf come un caso a sé stante. Per sua stessa ammissione, la composizione dell’opera è concepita come una sorta di scherzo, una pausa autoriale dopo il duro lavoro che porta alla pubblicazione di Gita al faro nel 1927. Tuttavia, ciò che nasce come un breve esperimento alla ricerca di leggerezza finisce con il trasformarsi in un lavoro difficile da identificare e tale da spiazzare critica e pubblico. In concordanza con il titolo di copertina Orlando. Una biografia., l’opera finisce infatti nell’omonima sezione, eppure tale categorizzazione commerciale non soddisfa i lettori che dal canto loro avanzano le più disparate proposte di classificazione, tra cui opera satirica, allegoria e fantasy. Nella mente di Woolf invece, Orlando è concepito fin dall’inizio come un romanzo caratterizzato da un forte impianto biografico. Due sono infatti i motivi che spingono l’autrice ad adottare questo particolare approccio narrativo. In primo luogo, il protagonista della sua opera altri non è che l’alter ego narrativo di Vita Sackville-West, sua grande amica e amante. Inoltre, l’impronta biografica dell’opera nasce come una critica pungente verso lo stesso genere letterario della biografia. A tal riguardo, l’autrice ne può vantare una conoscenza molto ampia, dato che il padre, Leslie Stephen, è il famoso editore del Dizionario della biografia nazionale inglese. A differenza sua però, Woolf nutre forti dubbi sulla possibilità di poter catturare su carta l’intera essenza di una persona, maturando quindi quell’approccio così dissacrante che percorre la sua opera. Non è infatti un caso che la trama del romanzo si basi sulla vita anticonvenzionale di Orlando: un gentiluomo inglese che nasce nel quindicesimo secolo, che intraprende un viaggio in Oriente nel quale subisce una metamorfosi di genere, e che vive fino al 1928 in Inghilterra, nel corpo di una donna. Ritracciando la storia di Vita Sackville-West nei minimi dettagli, questo nucleo di base fortemente connotato da ironia si espande progressivamente grazie alla penna dell’autrice, finendo col toccare aspetti di una spiccata rilevanza storica e sociologica. Il risultato di ciò è che, ad opera compiuta, Orlando si propone quasi inconsapevolmente come un’analisi storica dei conflitti di genere in Inghilterra. Lo scopo di questo elaborato è di affrontare la formazione dell’identità del/la protagonista secondo una duplice dimensione del viaggio. Infatti, se la sua esperienza in Oriente rientra innegabilmente nella dimensione fisica del viaggio, il tratto fantasy che caratterizza la longevità della vita di Orlando apre una seconda prospettiva sui suoi vissuti. Nato uomo nel quindicesimo secolo, dal diciottesimo secolo in poi Orlando deve affrontare la quotidianità nel corpo di una donna. Tramite una storia pluricentenaria, la sua esperienza diviene caratterizzabile a tutti gli effetti come un viaggio nel tempo attraverso epoche storiche che risultano spesso conflittuali. Proprio grazie alle dinamiche relative al duplice viaggio è possibile notare che gli aspetti alla base dell’identità del protagonista rimangono inalterati nella sua vita. Nonostante i continui cambiamenti che è costretto/a a fronteggiare nel processo di acquisizione di consapevolezza di sé, Orlando si scontra con i grandi temi sociali che coinvolgono differenze culturali, ruoli di genere, emancipazione femminile e, infine, il rapporto con la scrittura. Da un punto di vista strettamente metodologico, l’importanza dell’analisi condotta dall’autrice nel trattare le diverse tematiche giace nell’accuratezza impiegata da Virginia Woolf nel tracciare le dinamiche che accompagnano la vita del/la protagonista. Per questo motivo, nel presente lavoro viene prestata particolare attenzione alle circostanze storico-sociali che si affiancano agli eventi relativi alla storia di Orlando. [...]
THE CONSTRUCTION OF IDENTITY THROUGH VOYAGE IN VIRGINIA WOOLF’S ORLANDO: A DOUBLE PERSPECTIVE ACCORDING TO SPACE AND TIME.
CASPANI, CLAUDIO
2019/2020
Abstract
Orlando si inserisce nella vasta produzione letteraria di Virginia Woolf come un caso a sé stante. Per sua stessa ammissione, la composizione dell’opera è concepita come una sorta di scherzo, una pausa autoriale dopo il duro lavoro che porta alla pubblicazione di Gita al faro nel 1927. Tuttavia, ciò che nasce come un breve esperimento alla ricerca di leggerezza finisce con il trasformarsi in un lavoro difficile da identificare e tale da spiazzare critica e pubblico. In concordanza con il titolo di copertina Orlando. Una biografia., l’opera finisce infatti nell’omonima sezione, eppure tale categorizzazione commerciale non soddisfa i lettori che dal canto loro avanzano le più disparate proposte di classificazione, tra cui opera satirica, allegoria e fantasy. Nella mente di Woolf invece, Orlando è concepito fin dall’inizio come un romanzo caratterizzato da un forte impianto biografico. Due sono infatti i motivi che spingono l’autrice ad adottare questo particolare approccio narrativo. In primo luogo, il protagonista della sua opera altri non è che l’alter ego narrativo di Vita Sackville-West, sua grande amica e amante. Inoltre, l’impronta biografica dell’opera nasce come una critica pungente verso lo stesso genere letterario della biografia. A tal riguardo, l’autrice ne può vantare una conoscenza molto ampia, dato che il padre, Leslie Stephen, è il famoso editore del Dizionario della biografia nazionale inglese. A differenza sua però, Woolf nutre forti dubbi sulla possibilità di poter catturare su carta l’intera essenza di una persona, maturando quindi quell’approccio così dissacrante che percorre la sua opera. Non è infatti un caso che la trama del romanzo si basi sulla vita anticonvenzionale di Orlando: un gentiluomo inglese che nasce nel quindicesimo secolo, che intraprende un viaggio in Oriente nel quale subisce una metamorfosi di genere, e che vive fino al 1928 in Inghilterra, nel corpo di una donna. Ritracciando la storia di Vita Sackville-West nei minimi dettagli, questo nucleo di base fortemente connotato da ironia si espande progressivamente grazie alla penna dell’autrice, finendo col toccare aspetti di una spiccata rilevanza storica e sociologica. Il risultato di ciò è che, ad opera compiuta, Orlando si propone quasi inconsapevolmente come un’analisi storica dei conflitti di genere in Inghilterra. Lo scopo di questo elaborato è di affrontare la formazione dell’identità del/la protagonista secondo una duplice dimensione del viaggio. Infatti, se la sua esperienza in Oriente rientra innegabilmente nella dimensione fisica del viaggio, il tratto fantasy che caratterizza la longevità della vita di Orlando apre una seconda prospettiva sui suoi vissuti. Nato uomo nel quindicesimo secolo, dal diciottesimo secolo in poi Orlando deve affrontare la quotidianità nel corpo di una donna. Tramite una storia pluricentenaria, la sua esperienza diviene caratterizzabile a tutti gli effetti come un viaggio nel tempo attraverso epoche storiche che risultano spesso conflittuali. Proprio grazie alle dinamiche relative al duplice viaggio è possibile notare che gli aspetti alla base dell’identità del protagonista rimangono inalterati nella sua vita. Nonostante i continui cambiamenti che è costretto/a a fronteggiare nel processo di acquisizione di consapevolezza di sé, Orlando si scontra con i grandi temi sociali che coinvolgono differenze culturali, ruoli di genere, emancipazione femminile e, infine, il rapporto con la scrittura. Da un punto di vista strettamente metodologico, l’importanza dell’analisi condotta dall’autrice nel trattare le diverse tematiche giace nell’accuratezza impiegata da Virginia Woolf nel tracciare le dinamiche che accompagnano la vita del/la protagonista. Per questo motivo, nel presente lavoro viene prestata particolare attenzione alle circostanze storico-sociali che si affiancano agli eventi relativi alla storia di Orlando. [...]È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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