Lo scopo principale di questa tesi è quello di analizzare come il mercato re-distribuisca la libertà sociale tra gli individui. Per mercato intendo una forma di organizzazione di una particolare sfera della società, la sfera economica, caratterizzata dalle attività di produzione, distribuzione e consumo di una parte delle risorse derivanti dalla cooperazione sociale; e non un paradigma generale della cooperazione sociale. La caratteristica distintiva del mercato è che la distribuzione delle risorse economiche al suo interno è il risultato di scambi bilaterali tra individui, e non di un qualche schema distributivo o di una autorità decisionale collettiva. Questa particolare forma di distribuzione delle risorse economiche è resa possibile dalla compresenza di almeno tre istituzioni:proprietà privata, contratto e l’uso della moneta. Qualunque società che manchi di almeno una di esse non è qualificabile come una società di mercato. La domanda fondamentale che affronto è quindi se una società di mercato massimizzi la libertà sociale di ogni singolo individuo rispetto ad altri tipi si società, secondo il criterio distributivo del leximin; o se sia necessaria a tale scopo una ulteriore regolazione della sfera economica, non derivante dal mercato. Per libertà sociale intendo invece una particolare relazione interpersonale tra almeno due agenti individuali, descrivibile in termini empirici. Seguendo l’analisi di F. Oppenheim, in questa tesi distinguo due dimensioni fondamentali all’interno della nozione di libertà: la libertà di azione, intesa come relazione tra almeno due agenti, e l’agire liberamente, intesa come una relazione tra un agente e una azione. Le due dimensioni sono distinte e non si implicano a vicenda. Nella mia tesi analizzerò i meccanismi del mercato in relazione a queste due dimensioni della libertà. Nella prima parte, divisa in quattro paragrafi, cerco di fornire una analisi approfondita del concetto di mercato. In particolare, fornisco una descrizione delle tre istituzioni della proprietà privata, del contratto e della moneta, mostrando come esse siano fortemente legate l’una all’altra e che la loro compresenza è una condizione necessaria dello sviluppo del mercato. Nella seconda parte cerco di delineare una concezione della libertà d’azione, intesa come una particolare interpretazione della relazione triadica delineata da G. C. MacCallum. In particolare, cerco di distinguere le condizioni della non libertà di un agente di compiere una azione x, dalle condizioni della mera incapacità di compiere tale azione. Dopo aver tracciato queste distinzioni, cerco di dimostrare che il mercato, nella misura in cui consente una allocazione più produttiva delle risorse rispetto ad altre forme di regolazione della sfera economica, è una condizione necessaria ma non sufficiente della massimizzazione della libertà sociale. Nella terza e ultima parte della tesi analizzo la dimensione dell’agire liberamente. Seguendo in particolare l’analisi di S. Olsaretti, argomento che un agente A compie liberamente una azione x se, e solo se, egli compie tale azione volontariamente, ovvero se la ragione del compimento dell’azione non è l’assenza di alternative accettabili. In seguito prendo in considerazione le principali relazioni di mercato che determinano i trasferimenti di risorse, in particolare i contratti di acquisto, di vendita o di impiego, cercando di mostrare che tali meccanismi di trasferimento delle risorse interni al mercato non sono sufficienti a garantire che tutte le parti coinvolte agiscano liberamente.
Freedom and Market. Libertà e mercato
RISTORI, ANTONIO
2016/2017
Abstract
Lo scopo principale di questa tesi è quello di analizzare come il mercato re-distribuisca la libertà sociale tra gli individui. Per mercato intendo una forma di organizzazione di una particolare sfera della società, la sfera economica, caratterizzata dalle attività di produzione, distribuzione e consumo di una parte delle risorse derivanti dalla cooperazione sociale; e non un paradigma generale della cooperazione sociale. La caratteristica distintiva del mercato è che la distribuzione delle risorse economiche al suo interno è il risultato di scambi bilaterali tra individui, e non di un qualche schema distributivo o di una autorità decisionale collettiva. Questa particolare forma di distribuzione delle risorse economiche è resa possibile dalla compresenza di almeno tre istituzioni:proprietà privata, contratto e l’uso della moneta. Qualunque società che manchi di almeno una di esse non è qualificabile come una società di mercato. La domanda fondamentale che affronto è quindi se una società di mercato massimizzi la libertà sociale di ogni singolo individuo rispetto ad altri tipi si società, secondo il criterio distributivo del leximin; o se sia necessaria a tale scopo una ulteriore regolazione della sfera economica, non derivante dal mercato. Per libertà sociale intendo invece una particolare relazione interpersonale tra almeno due agenti individuali, descrivibile in termini empirici. Seguendo l’analisi di F. Oppenheim, in questa tesi distinguo due dimensioni fondamentali all’interno della nozione di libertà: la libertà di azione, intesa come relazione tra almeno due agenti, e l’agire liberamente, intesa come una relazione tra un agente e una azione. Le due dimensioni sono distinte e non si implicano a vicenda. Nella mia tesi analizzerò i meccanismi del mercato in relazione a queste due dimensioni della libertà. Nella prima parte, divisa in quattro paragrafi, cerco di fornire una analisi approfondita del concetto di mercato. In particolare, fornisco una descrizione delle tre istituzioni della proprietà privata, del contratto e della moneta, mostrando come esse siano fortemente legate l’una all’altra e che la loro compresenza è una condizione necessaria dello sviluppo del mercato. Nella seconda parte cerco di delineare una concezione della libertà d’azione, intesa come una particolare interpretazione della relazione triadica delineata da G. C. MacCallum. In particolare, cerco di distinguere le condizioni della non libertà di un agente di compiere una azione x, dalle condizioni della mera incapacità di compiere tale azione. Dopo aver tracciato queste distinzioni, cerco di dimostrare che il mercato, nella misura in cui consente una allocazione più produttiva delle risorse rispetto ad altre forme di regolazione della sfera economica, è una condizione necessaria ma non sufficiente della massimizzazione della libertà sociale. Nella terza e ultima parte della tesi analizzo la dimensione dell’agire liberamente. Seguendo in particolare l’analisi di S. Olsaretti, argomento che un agente A compie liberamente una azione x se, e solo se, egli compie tale azione volontariamente, ovvero se la ragione del compimento dell’azione non è l’assenza di alternative accettabili. In seguito prendo in considerazione le principali relazioni di mercato che determinano i trasferimenti di risorse, in particolare i contratti di acquisto, di vendita o di impiego, cercando di mostrare che tali meccanismi di trasferimento delle risorse interni al mercato non sono sufficienti a garantire che tutte le parti coinvolte agiscano liberamente.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/6920