From GDP to SDGs: the path toward sustainable development

The concept of development is a complex topic, which evolves over time; the purpose of this thesis is to investigate development from a theoretical point of view, and through the analysis of different tools used by economists and policy makers to measure it. The work starts from the creation of GDP, and it ends by examining the significant role of this indicator in the latest sustainable development framework, the SDGs. Since the second half of the 20th century, GDP gradually looses centrality in the development theories due to the increasing attention toward new dimensions of well-being (education, health, freedom, participation etc.), and to its limits in capturing them. The rise of the “Beyond GDP” movement contributes to a broader vision of well-being, and to the creation of new measurement tools which better account for it; in the meanwhile, the idea of sustainability becomes increasingly relevant. The growing number and variety of available tools can create bewilderment; in order to provide conceptual and operational clarity, this thesis analyses a set of forty-five well-being measurement tools, and it offers a new reasoned classification which groups them on the base of two criteria: their structure, and their thematic area. Differences between indexes and dashboards are examined, and the attention goes on Agenda 2030, which implements the latest tool to measure sustainable development: the SDG Dashboard. Some steps lead to a deeper understanding of its complex structure and of the system of interconnections between its 17 goals, 169 targets and 232 indicators; first, goals and targets are grouped into four thematic clusters: the social, the economic, the environmental and the partnership ones. Second, as goals achievement depends on the assessment of their trade-offs, some methods to intercept interlinkages are presented. Moreover the thesis investigates SDGs operating rules by analysing the computations to construct the SDG Index and Dashboards, and data for Italy are applied to Goal 14. Finally, the work focuses on indicator 8.1.1 “GDP growth”, designated to measure economic growth in Agenda 2030, and it explores its compatibility with the sustainable framework of the SDGs. It highlights some synergies and trade-offs between this indicator and other environmental and social targets: in particular, the focus goes on its negative effect on ecological issues. The thesis proposes the substitution of GDP with some alternative economic indicators which could better align with Agenda 2030. To conclude, some considerations about the theoretical and operational validity of the sustainable development framework are provided.

Il concetto di sviluppo è in continua evoluzione; la tesi si pone l’obiettivo di indagarne la complessità da un punto di vista teorico ed in particolare attraverso l’analisi degli strumenti utilizzati da economisti e decisori politici per la sua misurazione. Il lavoro parte dalla elaborazione del PIL e si conclude esaminando la sua centralità negli SDGs, l’ultimo modello di sviluppo sostenibile. A partire dalla seconda metà del XX secolo comincia a maturare la consapevolezza che il benessere dipenda da molti fattori (educazione, salute, partecipazione, libertà, ecc.) e vengono messi in luce i limiti del PIL come indicatore di benessere, in quanto ne rappresenta esclusivamente l’aspetto economico, trascurando le altre dimensioni. In particolare, il movimento “Beyond GDP” ha contribuito all’ampliamento dell’idea di benessere e all’elaborazione di nuovi indicatori che possano meglio rilevarlo; contemporaneamente l’istanza della sostenibilità si fa strada, acquisendo una maggiore centralità nel tempo. La crescente disponibilità di strumenti di misurazione, anche molto sofisticati, crea disorientamento; la tesi tenta di offrire una chiave di lettura ed una trasparenza operativa prendendo in considerazione un gruppo di quarantacinque strumenti di misurazione del benessere e classificandoli in base alla loro struttura e all’area tematica a cui afferiscono. Viene approfondita la differenza tra indice e dashboard e successivamente si focalizza l’attenzione sull’Agenda 2030, che introduce uno degli strumenti più innovativi per misurare lo sviluppo sostenibile: l’SDG Dashboard. Per meglio comprendere il funzionamento di questo complesso sistema di 17 goals, 169 targets e 232 indicatori, se ne rilevano i meccanismi retrostanti. Dapprima goals e targets vengono riorganizzati in aree tematiche per facilitare lo studio dei loro trade-offs, da cui dipende il raggiungimento degli obiettivi; a tal fine si presentano i principali metodi di analisi delle interconnessioni. Infine, si esaminano le regole su cui si basa la costruzione dell’Indice SDG e dell’SDG Dashboard e si elabora un’esemplificazione numerica, applicando i dati dell’Italia al Goal 14. Nell’ambito degli SDGs viene poi preso in considerazione l’indicatore 8.1.1 “crescita del PIL”, scelto come misura della crescita economica nell’Agenda 2030 e punto di partenza della tesi: la sua compatibilità con il quadro di sostenibilità delineato dagli SDGs è una questione alquanto controversa. Dopo aver evidenziato le influenze, per lo più negative, che l’indicatore esercita su altri goals, con particolare riguardo ai suoi effetti sull’ambiente, si avanza la proposta di sostituirlo con alcuni indicatori economici più coerenti agli obiettivi dell’Agenda 2030. La conclusione esprime alcune brevi riflessioni sull’impianto teorico e sull’efficacia operativa dell’ultimo modello di sviluppo sostenibile.