La presente tesi di laurea consiste in una esegesi del discorso inaugurale Diritto di guerra e diritto di pace, letto da Francesco Ferrara sr il 25 novembre 1918 presso l’Istituto “C. Alfieri” di Firenze, sul tema della legislazione bellica. Il primo capitolo contestualizza il fenomeno della legislazione di guerra, illustrando l’atteggiamento della dottrina ad essa coeva. Successivamente, analizza alcune tra le diverse finalità assunte dalle lezioni inaugurali di un corso di studi giuridico. La tesi prosegue delineando un profilo bio-bibliografico del giurista siciliano Francesco Ferrara (Avola, 1877 - Napoli, 1941). Il terzo capitolo propone l’analisi della citata orazione Diritto di guerra e diritto di pace. La struttura della tesi segue l’impostazione di Ferrara che, prendendo le mosse dalla legge delega del 22 maggio 1915, n. 671, delinea in primo luogo le caratteristiche formali che contraddistinguono la legislazione bellica come eccezionale, provvisoria, istantanea e incompleta. Ciò nonostante, Ferrara trova nei provvedimenti costituenti il corpus di tale legislazione elementi utilizzabili per regolare situazioni future. Lo studioso è chiaro nel voler concedere dignità sistematica a gran parte dei provvedimenti appartenenti a tale legislazione. A tal fine, il secondo paragrafo del capitolo ricostruisce le quattro categorie in cui Ferrara organizza la legislazione bellica. Nel capitolo conclusivo si illustrano tre dei temi emergenti dalla prelezione fiorentina Diritto di guerra e diritto di pace. Il primo riguarda una ricorrente idea di Ferrara, intorno al ruolo assunto dalla giurisprudenza rispetto alla legislazione di guerra, con riguardo ai piani della tecnica legislativa, della creazione del diritto in tempo di guerra e della sua applicazione. Inoltre, si rileva come il giurista siculo avesse già precedentemente sostenuto posizioni analoghe nel suo saggio Influenza giuridica della guerra nei rapporti civili, pubblicato nella «Rivista del diritto commerciale e del diritto generale delle obbligazioni» nel 1915. La seconda idea compara, a quella offerta da Ferrara, la lettura della guerra che, all’indomani del conflitto, diede Filippo Vassalli nella prolusione al corso di Istituzioni di diritto civile Della legislazione di guerra e dei nuovi confini del diritto privato, presso la R. Università di Genova il 22 novembre 1918. I due giuristi concordano nel ritenere che la prima guerra mondiale ha agito come un’occasione di innovazione dell’ordinamento giuridico nazionale e che una delle tendenze prevalenti della legislazione bellica sia quella di anteporre l’interesse pubblico sulle ragioni private. Un terzo tema riguarda quella che oggi si definirebbe la questione femminile, e illustra le argomentazioni che Ferrara pose a fondamento della propria contrarietà all’abolizione dell’istituto dell’autorizzazione maritale successivamente attuata con Legge 17 luglio 1919, n. 1176. In particolare, nonostante non escluda di emancipare per altri versi la donna, il giurista non considera come l’istituto sia totalmente sconosciuto al codice civile generale austriaco del 1811, e conseguentemente alle donne residenti nelle province annesse all’Italia dopo la prima guerra mondiale. Chiude la tesi un’appendice contenente l’orazione oggetto d’analisi e il saggio Influenza giuridica della guerra nei rapporti civili.
Diritto di guerra: un "diritto morituro" condannato a sparire? Francesco Ferrara senior; "Diritto di guerra e diritto di pace" (1918)
COMINASSI, ENRICO
2017/2018
Abstract
La presente tesi di laurea consiste in una esegesi del discorso inaugurale Diritto di guerra e diritto di pace, letto da Francesco Ferrara sr il 25 novembre 1918 presso l’Istituto “C. Alfieri” di Firenze, sul tema della legislazione bellica. Il primo capitolo contestualizza il fenomeno della legislazione di guerra, illustrando l’atteggiamento della dottrina ad essa coeva. Successivamente, analizza alcune tra le diverse finalità assunte dalle lezioni inaugurali di un corso di studi giuridico. La tesi prosegue delineando un profilo bio-bibliografico del giurista siciliano Francesco Ferrara (Avola, 1877 - Napoli, 1941). Il terzo capitolo propone l’analisi della citata orazione Diritto di guerra e diritto di pace. La struttura della tesi segue l’impostazione di Ferrara che, prendendo le mosse dalla legge delega del 22 maggio 1915, n. 671, delinea in primo luogo le caratteristiche formali che contraddistinguono la legislazione bellica come eccezionale, provvisoria, istantanea e incompleta. Ciò nonostante, Ferrara trova nei provvedimenti costituenti il corpus di tale legislazione elementi utilizzabili per regolare situazioni future. Lo studioso è chiaro nel voler concedere dignità sistematica a gran parte dei provvedimenti appartenenti a tale legislazione. A tal fine, il secondo paragrafo del capitolo ricostruisce le quattro categorie in cui Ferrara organizza la legislazione bellica. Nel capitolo conclusivo si illustrano tre dei temi emergenti dalla prelezione fiorentina Diritto di guerra e diritto di pace. Il primo riguarda una ricorrente idea di Ferrara, intorno al ruolo assunto dalla giurisprudenza rispetto alla legislazione di guerra, con riguardo ai piani della tecnica legislativa, della creazione del diritto in tempo di guerra e della sua applicazione. Inoltre, si rileva come il giurista siculo avesse già precedentemente sostenuto posizioni analoghe nel suo saggio Influenza giuridica della guerra nei rapporti civili, pubblicato nella «Rivista del diritto commerciale e del diritto generale delle obbligazioni» nel 1915. La seconda idea compara, a quella offerta da Ferrara, la lettura della guerra che, all’indomani del conflitto, diede Filippo Vassalli nella prolusione al corso di Istituzioni di diritto civile Della legislazione di guerra e dei nuovi confini del diritto privato, presso la R. Università di Genova il 22 novembre 1918. I due giuristi concordano nel ritenere che la prima guerra mondiale ha agito come un’occasione di innovazione dell’ordinamento giuridico nazionale e che una delle tendenze prevalenti della legislazione bellica sia quella di anteporre l’interesse pubblico sulle ragioni private. Un terzo tema riguarda quella che oggi si definirebbe la questione femminile, e illustra le argomentazioni che Ferrara pose a fondamento della propria contrarietà all’abolizione dell’istituto dell’autorizzazione maritale successivamente attuata con Legge 17 luglio 1919, n. 1176. In particolare, nonostante non escluda di emancipare per altri versi la donna, il giurista non considera come l’istituto sia totalmente sconosciuto al codice civile generale austriaco del 1811, e conseguentemente alle donne residenti nelle province annesse all’Italia dopo la prima guerra mondiale. Chiude la tesi un’appendice contenente l’orazione oggetto d’analisi e il saggio Influenza giuridica della guerra nei rapporti civili.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/7109