Gandhi stressed that real India lives in its villages, shedding light on the fact that India has always been a country predominantly rural. Notwithstanding, during the 20th century, the country experienced a rapid urbanisation process. Cities’ growth, both under a territorial and numerical perspective, is a fact that the Government of India must deal with. The heterogenous urban settlements, where native and western features cohabit, once a collateral element in the nation’s development, came to represent growth boosters in the last decades. This thesis aims at delineating the historical pattern of Indian urbanisation, with particular emphasis on the British Raj and post-independence periods. During the British government, Indian cities started to be perceived as tools for development and social control. British Raj practices of separating native areas with newly built western-influenced quarters, ended up sharpening and rendering chronic issues that still affect Indian cities today. The Indian urbanisation experience will be characterised by long-standing issues such as housing shortage (which we are going to contextualise), slums’ proliferation and poor access to basic amenities and services, and the efforts designed to tackle them and harness cities to boost economic growth. We will try to show that, in the decadal search for a sustainable urbanisation model, the Government of India may have found the key with the constitutional reform of 1990s, which envisaged devolution of powers to lower tiers of the administrative structure. Decentralisation and the establishment of local bodies may hold the potential to boost democratic participation and address issues that require knowledge of territorial features and demands of the local population. To support our assumption, the thesis will disclose, as a best practice, the local development experience of Kerala. This south-western state, through a careful implementation of the decentralising provisions foreseen by the constitutional reform, grassroots decision making initiatives, and people-institutions cooperation for territorial planning and design, obtained high human development standards, effective local and urban development, and evenly distributed access to housing. Describing the “Kerala Model”, this work intends to contribute to that research field which sees decentralisation as functional tool for encouraging the development of sustainable and inclusive communities.

L’India è un Paese tradizionalmente rurale (come ebbe modo di dire Gandhi, l’anima dell’India risiederebbe nei suoi villaggi). Nel corso del ventesimo secolo, però, il territorio indiano è andato incontro a un rapido processo di urbanizzazione. La crescita delle città indiane, da un punto di vista sia di occupazione di spazio sia numerico, è una realtà con cui il Governo indiano ha dovuto sempre più confrontarsi. Gli spazi urbani, eterogenei e dove spesso si alternano elementi nativi e occidentali, sono passati dall’essere un elemento collaterale dello sviluppo economico al rappresentare, nelle ultime decadi, il motore della crescita. Questo elaborato si propone l’obiettivo di tratteggiare la traiettoria storica dell’urbanizzazione in India, con particolare riferimento al periodo dell’Impero britannico e a quello post-indipendenza. È durante il dominio inglese che le città cominciano a essere concepite come strumento di sviluppo e di controllo politico. La prassi di separazione degli spazi nativi da quelli di stampo occidentale di nuova costruzione, adottate dal Governo britannico, acuiscono e cronicizzano alcuni problemi che tutt’oggi caratterizzano l’ambiente urbano. La storia urbana dell’India indipendente sarà caratterizzata dalla necessità di trovare una soluzione a questioni critiche come quella abitativa (di cui approfondiremo aspetti e configurazione), la proliferazione degli slum, lo scarso accesso a beni e servizi essenziali, e, allo stesso tempo, trovare un ruolo alle città nel processo di modernizzazione e sviluppo economico e industriale. Cercheremo di mostrare come, nella decennale ricerca di un modello di sviluppo urbano sostenibile e inclusivo, il Governo indiano potrebbe aver trovato una chiave di lettura con la riforma costituzionale di decentralizzazione degli anni ’90. La devoluzione di poteri e competenze agli enti urbani e locali, l’istituzione di organismi per favorire la partecipazione democratica parrebbero, potenzialmente, l’idoneo strumento per affrontare problematiche che necessitano di una conoscenza approfondita delle peculiarità e delle necessità locali. Per dare forza a questo assunto, l’elaborato tratterà, come caso virtuoso, quello dello stato del Kerala. Questo, attraverso un’attenta implementazione delle disposizioni della riforma decentralizzante, ampie iniziative di partecipazione dal basso, cooperazione tra cittadini e istituzioni nella pianificazione e progettazione del territorio, ha evidenziato elevati standard di sviluppo umano, ed è riuscito ad approcciare efficacemente sviluppo urbano e questione abitativa. Descrivendo il “modello Kerala”, cercheremo di contribuire a quel filone della ricerca che vede nella decentralizzazione uno strumento adatto a favorire lo sviluppo di comunità urbane sostenibili e inclusive.

Urbanisation and Decentralisation: A Historical Perspective on India's Urban Growth and Local Governance. Urbanizzazione e Decentralizzazione: Una Prospettiva Storica su Sviluppo Urbano e Governance Locale in India.

MARRONI, MATTEO
2019/2020

Abstract

Gandhi stressed that real India lives in its villages, shedding light on the fact that India has always been a country predominantly rural. Notwithstanding, during the 20th century, the country experienced a rapid urbanisation process. Cities’ growth, both under a territorial and numerical perspective, is a fact that the Government of India must deal with. The heterogenous urban settlements, where native and western features cohabit, once a collateral element in the nation’s development, came to represent growth boosters in the last decades. This thesis aims at delineating the historical pattern of Indian urbanisation, with particular emphasis on the British Raj and post-independence periods. During the British government, Indian cities started to be perceived as tools for development and social control. British Raj practices of separating native areas with newly built western-influenced quarters, ended up sharpening and rendering chronic issues that still affect Indian cities today. The Indian urbanisation experience will be characterised by long-standing issues such as housing shortage (which we are going to contextualise), slums’ proliferation and poor access to basic amenities and services, and the efforts designed to tackle them and harness cities to boost economic growth. We will try to show that, in the decadal search for a sustainable urbanisation model, the Government of India may have found the key with the constitutional reform of 1990s, which envisaged devolution of powers to lower tiers of the administrative structure. Decentralisation and the establishment of local bodies may hold the potential to boost democratic participation and address issues that require knowledge of territorial features and demands of the local population. To support our assumption, the thesis will disclose, as a best practice, the local development experience of Kerala. This south-western state, through a careful implementation of the decentralising provisions foreseen by the constitutional reform, grassroots decision making initiatives, and people-institutions cooperation for territorial planning and design, obtained high human development standards, effective local and urban development, and evenly distributed access to housing. Describing the “Kerala Model”, this work intends to contribute to that research field which sees decentralisation as functional tool for encouraging the development of sustainable and inclusive communities.
2019
Urbanisation and Decentralisation: A Historical Perspective on India's Urban Growth and Local Governance
L’India è un Paese tradizionalmente rurale (come ebbe modo di dire Gandhi, l’anima dell’India risiederebbe nei suoi villaggi). Nel corso del ventesimo secolo, però, il territorio indiano è andato incontro a un rapido processo di urbanizzazione. La crescita delle città indiane, da un punto di vista sia di occupazione di spazio sia numerico, è una realtà con cui il Governo indiano ha dovuto sempre più confrontarsi. Gli spazi urbani, eterogenei e dove spesso si alternano elementi nativi e occidentali, sono passati dall’essere un elemento collaterale dello sviluppo economico al rappresentare, nelle ultime decadi, il motore della crescita. Questo elaborato si propone l’obiettivo di tratteggiare la traiettoria storica dell’urbanizzazione in India, con particolare riferimento al periodo dell’Impero britannico e a quello post-indipendenza. È durante il dominio inglese che le città cominciano a essere concepite come strumento di sviluppo e di controllo politico. La prassi di separazione degli spazi nativi da quelli di stampo occidentale di nuova costruzione, adottate dal Governo britannico, acuiscono e cronicizzano alcuni problemi che tutt’oggi caratterizzano l’ambiente urbano. La storia urbana dell’India indipendente sarà caratterizzata dalla necessità di trovare una soluzione a questioni critiche come quella abitativa (di cui approfondiremo aspetti e configurazione), la proliferazione degli slum, lo scarso accesso a beni e servizi essenziali, e, allo stesso tempo, trovare un ruolo alle città nel processo di modernizzazione e sviluppo economico e industriale. Cercheremo di mostrare come, nella decennale ricerca di un modello di sviluppo urbano sostenibile e inclusivo, il Governo indiano potrebbe aver trovato una chiave di lettura con la riforma costituzionale di decentralizzazione degli anni ’90. La devoluzione di poteri e competenze agli enti urbani e locali, l’istituzione di organismi per favorire la partecipazione democratica parrebbero, potenzialmente, l’idoneo strumento per affrontare problematiche che necessitano di una conoscenza approfondita delle peculiarità e delle necessità locali. Per dare forza a questo assunto, l’elaborato tratterà, come caso virtuoso, quello dello stato del Kerala. Questo, attraverso un’attenta implementazione delle disposizioni della riforma decentralizzante, ampie iniziative di partecipazione dal basso, cooperazione tra cittadini e istituzioni nella pianificazione e progettazione del territorio, ha evidenziato elevati standard di sviluppo umano, ed è riuscito ad approcciare efficacemente sviluppo urbano e questione abitativa. Descrivendo il “modello Kerala”, cercheremo di contribuire a quel filone della ricerca che vede nella decentralizzazione uno strumento adatto a favorire lo sviluppo di comunità urbane sostenibili e inclusive.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/808