The territorial waters of a country reach the twelve miles off its coast, on them the State exercises its sovereignty that finds a limit in case of harmless but recognized passage of foreign ships. Beyond twelve miles there is the contiguous zone where the State can only apply the laws on customs, taxation, immigration, health, pollution and removal of archaeological objects. Furthermore, there are the archipelagic waters and the exclusive economic zone (which can match with the continental shelf) that extends for two hundred nautical miles off the coast and where the country exercises the right to collect natural resources. Lastly, there is the deep sea. A country, six different levels of legislation on the exploitation of the ocean. It seems easy to work, but it can become quite complicated when the economic interests of the various countries overlap. The present paper aims to address the issue of exploitation and protection of marine resources in which the great post-war and modern economic powers are the main characters. The paper will also explain the current situation of the Italian exploitation of hydrocarbons, which has led the Andreotti government to lay the foundations for the law n. 239/98. It settled the compensation for damages suffered by Italy for an amount of not less than 117 billion Lire, because of the explosion of the oil tanker "Haven" in the Ligurian Sea. An ridiculous amount compared to the huge environmental damage suffered by the sea and today we still pay the consequences of that decision.

Le acque territoriali di un Paese raggiungono le dodici miglia al largo delle sue cost, su di esse lo Stato esercita la sua sovranità che trova un limite in caso di passaggio inoffensivo, ma riconosciuto, di navi straniere. Oltre le dodici miglia vi è la zona contigua in cui lo Stato può solo applicare le leggi in materia di dogane, tassazione, immigrazione, sanità, inquinamento e rimozione di oggetti archeologici. Seguono le acque arcipelagiche e la zona economica esclusiva (la quale può combaciare con la piattaforma continentale) che si estende per duecento miglia nautiche al largo della costa e ove il Paese esercita il diritto di raccogliere le risorse naturali presenti. Infine vi è l’Alto Mare. Un Paese, sei diversi livelli di normativa sullo sfruttamento dell’Oceano. Sembra un tema semplice eppure può diventare piuttosto complicato quando gli interessi economici dei vari Paesi si sovrappongono. Il presente elaborato vuole affrontare il tema dello sfruttamento e della tutela delle risorse marine in cui si vedono protagonisti le grandi potenze economiche post-belliche e moderne, senza tralasciare lo sfruttamento nazionale degli idrocarburi che ha portato che il governo Andreotti a porre le basi per la L. n. 239 / 98. Essa stabilì, in via stragiudiziale, il risarcimento per i danni subiti dall’Italia per una somma non inferiore ai 117 miliardi di Lire a seguito dell’esplosione della petroliera „Haven" nel Mar Ligure. Una somma irrisoria rispetto all’ingente danno ambientale subìto e di cui oggi ancora paghiamo le conseguenze.

La tutela del Mare come autonomo bene giuridico: dal diritto internazionale al diritto interno.

GARLASCHELLI, MADDALENA
2017/2018

Abstract

The territorial waters of a country reach the twelve miles off its coast, on them the State exercises its sovereignty that finds a limit in case of harmless but recognized passage of foreign ships. Beyond twelve miles there is the contiguous zone where the State can only apply the laws on customs, taxation, immigration, health, pollution and removal of archaeological objects. Furthermore, there are the archipelagic waters and the exclusive economic zone (which can match with the continental shelf) that extends for two hundred nautical miles off the coast and where the country exercises the right to collect natural resources. Lastly, there is the deep sea. A country, six different levels of legislation on the exploitation of the ocean. It seems easy to work, but it can become quite complicated when the economic interests of the various countries overlap. The present paper aims to address the issue of exploitation and protection of marine resources in which the great post-war and modern economic powers are the main characters. The paper will also explain the current situation of the Italian exploitation of hydrocarbons, which has led the Andreotti government to lay the foundations for the law n. 239/98. It settled the compensation for damages suffered by Italy for an amount of not less than 117 billion Lire, because of the explosion of the oil tanker "Haven" in the Ligurian Sea. An ridiculous amount compared to the huge environmental damage suffered by the sea and today we still pay the consequences of that decision.
2017
The protection of the Sea as a paramount value in international law and in domestic Italian law
Le acque territoriali di un Paese raggiungono le dodici miglia al largo delle sue cost, su di esse lo Stato esercita la sua sovranità che trova un limite in caso di passaggio inoffensivo, ma riconosciuto, di navi straniere. Oltre le dodici miglia vi è la zona contigua in cui lo Stato può solo applicare le leggi in materia di dogane, tassazione, immigrazione, sanità, inquinamento e rimozione di oggetti archeologici. Seguono le acque arcipelagiche e la zona economica esclusiva (la quale può combaciare con la piattaforma continentale) che si estende per duecento miglia nautiche al largo della costa e ove il Paese esercita il diritto di raccogliere le risorse naturali presenti. Infine vi è l’Alto Mare. Un Paese, sei diversi livelli di normativa sullo sfruttamento dell’Oceano. Sembra un tema semplice eppure può diventare piuttosto complicato quando gli interessi economici dei vari Paesi si sovrappongono. Il presente elaborato vuole affrontare il tema dello sfruttamento e della tutela delle risorse marine in cui si vedono protagonisti le grandi potenze economiche post-belliche e moderne, senza tralasciare lo sfruttamento nazionale degli idrocarburi che ha portato che il governo Andreotti a porre le basi per la L. n. 239 / 98. Essa stabilì, in via stragiudiziale, il risarcimento per i danni subiti dall’Italia per una somma non inferiore ai 117 miliardi di Lire a seguito dell’esplosione della petroliera „Haven" nel Mar Ligure. Una somma irrisoria rispetto all’ingente danno ambientale subìto e di cui oggi ancora paghiamo le conseguenze.
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