Luciano Erba iniziò a tradurre appena ventenne, collaborando con Philippe Jacottet alla versione in lingua francese di alcuni mottetti montaliani e continuò la vita intera, affiancando – e inevitabilmente intrecciando – l'esperienza traduttiva a quella creativa, di poeta e narratore, e a quella analitica, di francesista e comparatista. Raccolse i risultati migliori (Buffoni, citando Meschonnic, li definì a tutti gli effetti traductions-text) in una selectissima auto-antologia – Dei cristalli naturali, del 1991 – che raduna voci cronologicamente, stilisticamente e spazialmente assai distanti: de Sponde e Cendrars, Machado e Ponge, Rondenbach e Gunn, Saint-Amant e Michaux. In una tagliente e polemica prefazione Erba rivendica convintamente il «metodo del non metodo», perseguito non osservando scrupoli e dettami teorici, bensì seguendo «un cammino che mi è venuto incontro ogni volta nuovo». Certo, forse anche con una punta di (eccessivo?) understatement contestualmente Erba si autoproclamerà un «bricoleur [che] non va confuso col dilettante, né, ancor meno, col professionista». Raccogliendo uno spunto autoriale («La traduzione è soprattutto una grande operazione di riciclaggio di materiali forniti dalla tradizione») si tenterà di delineare – sulla base di opportuni riscontri testuali – la complessità della strategia traduttiva erbiana, dal “timbro” personale e inconfondibile, ma anche ricco di intarsi e allusioni intertestuali e, al contempo, di tratteggiare l'influenza degli autori tradotti nella sua poesia “in proprio”, con spie che vanno dalla citazione esposta alla spinta più carsica e riverberante. Si confronterà inoltre la struttura di Dei cristalli naturali (verificandone, o discutendone, la natura di calibrato macrotesto) con l'accresciuta recentissima riedizione (Luciano Erba, I miei poeti tradotti, 2014), che include testi editi in rivista o in antologie in tirature assai limitate. Pur comprendendo la spinta a rendere fruibili piacevolissime versioni ormai difficilmente reperibili, questo legittima la modifica di un'ultima volontà di un autore estremamente selettivo e misurato?
Dei cristalli naturali. Cenni sul quaderno di traduzioni di Luciano Erba.
POLI, ANNA STELLA
2013/2014
Abstract
Luciano Erba iniziò a tradurre appena ventenne, collaborando con Philippe Jacottet alla versione in lingua francese di alcuni mottetti montaliani e continuò la vita intera, affiancando – e inevitabilmente intrecciando – l'esperienza traduttiva a quella creativa, di poeta e narratore, e a quella analitica, di francesista e comparatista. Raccolse i risultati migliori (Buffoni, citando Meschonnic, li definì a tutti gli effetti traductions-text) in una selectissima auto-antologia – Dei cristalli naturali, del 1991 – che raduna voci cronologicamente, stilisticamente e spazialmente assai distanti: de Sponde e Cendrars, Machado e Ponge, Rondenbach e Gunn, Saint-Amant e Michaux. In una tagliente e polemica prefazione Erba rivendica convintamente il «metodo del non metodo», perseguito non osservando scrupoli e dettami teorici, bensì seguendo «un cammino che mi è venuto incontro ogni volta nuovo». Certo, forse anche con una punta di (eccessivo?) understatement contestualmente Erba si autoproclamerà un «bricoleur [che] non va confuso col dilettante, né, ancor meno, col professionista». Raccogliendo uno spunto autoriale («La traduzione è soprattutto una grande operazione di riciclaggio di materiali forniti dalla tradizione») si tenterà di delineare – sulla base di opportuni riscontri testuali – la complessità della strategia traduttiva erbiana, dal “timbro” personale e inconfondibile, ma anche ricco di intarsi e allusioni intertestuali e, al contempo, di tratteggiare l'influenza degli autori tradotti nella sua poesia “in proprio”, con spie che vanno dalla citazione esposta alla spinta più carsica e riverberante. Si confronterà inoltre la struttura di Dei cristalli naturali (verificandone, o discutendone, la natura di calibrato macrotesto) con l'accresciuta recentissima riedizione (Luciano Erba, I miei poeti tradotti, 2014), che include testi editi in rivista o in antologie in tirature assai limitate. Pur comprendendo la spinta a rendere fruibili piacevolissime versioni ormai difficilmente reperibili, questo legittima la modifica di un'ultima volontà di un autore estremamente selettivo e misurato?È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
Per maggiori informazioni e per verifiche sull'eventuale disponibilità del file scrivere a: unitesi@unipv.it.
https://hdl.handle.net/20.500.14239/9169