La libertà religiosa del minore

The Italian Constitution recognizes the right of religious freedom to all individuals: this right is one of the very personal rights of which Article 2 of the Constitution establishes inviolability. The exercise of these rights, together with the subjective legal situations that follow, must be guaranteed in the concrete situations that characterize the social life of individuals, from work to family. Since the family is the primary place in which the individual develops his personality and attitudes, the enjoyment of personal rights must also be assured to those who have not yet reached the age of majority, but who have acquired a degree of maturity such to allow them to discern, that is to know how to distinguish between good and evil, between right and wrong. In particular, the degree of acquired maturity must allow the minor subjects to evaluate their own interests: the interest of the child is the guiding criterion that should inspire and guide the parents in explaining the educational function recognized to them by the legal system. Parents have the duty to provide children with the tools for a conscious use of the rights that the legal system guarantees and, in matters of religious education, have the right to educate them according to the religious orientation they practice, bearing in mind that this right is solves in a simple start up, never being able to constitute coercion. This goodwill can therefore continue or change the physiognomy with the reached maturity of the minor, if he intends to deviate from the religious address received. The religious convictions of the parents are decisive for the formation of the minor, but can constitute a source of conflict, as in the hypothesis of profession of different religious confessions. This may in fact determine the concrete impossibility of agreeing on the religious direction of the children or may result in a conjugal crisis and in a conflict about the assignment of the offspring. Situations may also arise in which certain behaviors of the parent, inspired by the chosen religious orientation, integrate violations of family duties, prejudicing family unity. Given the consistent presence in the social fabric of different religious and cultural orientations compared to traditional ones, the religious problem within the family dynamics is more and more current. The intervention of the judge must aim to ensure the correct application of the principles of our law in matters of family, religious freedom and other fundamental freedoms: this requires a coordination between the different rights and interests of family members, first of the child, that takes into account the peculiarities of the concrete case and that assures the child a healthy psychophysical development and the progressive acquisition of personal freedom and thought that allows him to make informed choices.

La Costituzione italiana riconosce a tutti gli individui il diritto di libertà religiosa: tale diritto rientra tra quei diritti personalissimi di cui l’articolo 2 della Costituzione stessa sancisce l’inviolabilità. L’esercizio di tali diritti, unitamente alle situazioni giuridiche soggettive che ne conseguono, deve essere garantito nelle situazioni concrete che caratterizzano la vita sociale degli individui, dal lavoro alla famiglia. Poiché la famiglia costituisce il luogo primario in cui l’individuo sviluppa la propria personalità e le proprie attitudini, il godimento dei diritti personalissimi deve essere assicurato anche ai soggetti che non abbiano ancora raggiunto la maggiore età, ma che abbiano acquisito un grado di maturità tale da consentire loro di discernere, ossia di saper distinguere tra bene e male, tra giusto e sbagliato. In particolare, il grado di maturità acquisito deve permettere ai soggetti minori di valutare il proprio interesse: l’interesse del minore costituisce il criterio orientativo che deve ispirare e guidare i genitori nell’esplicazione della funzione educativa loro riconosciuta dall’ordinamento. I genitori hanno il dovere di fornire ai figli gli strumenti per un cosciente uso dei diritti che l’ordinamento garantisce e, in materia di educazione religiosa, hanno il diritto di educarli secondo l’orientamento religioso da essi praticato, tenendo presente che tale diritto si risolve in un semplice avviamento, non potendo mai costituire coercizione. Tale avviamento può dunque proseguire o cambiare fisionomia con la raggiunta maturità del minore, nel caso in cui questi intenda discostarsi dall’indirizzo religioso ricevuto. Le convinzioni religiose dei genitori sono determinanti per la formazione del minore, ma possono costituire motivo di contrasto, come nell’ipotesi di professione di confessioni religiose diverse. Ciò può infatti determinare la concreta impossibilità di concordare l’indirizzo religioso dei figli o può sfociare in una crisi coniugale e in un conflitto circa l’affidamento della prole. Possono altresì configurarsi situazioni in cui determinate condotte del genitore, ispirate dall’orientamento religioso prescelto, integrino delle violazioni dei doveri familiari, recando pregiudizio all’unità familiare. Data la consistente presenza nel tessuto sociale di orientamenti religiosi e culturali diversi rispetto a quelli tradizionali, la problematica religiosa all’interno delle dinamiche familiari è sempre più attuale. L’intervento del giudice deve mirare ad assicurare una corretta applicazione dei principi del nostro ordinamento in materia di famiglia, libertà religiosa e altre libertà fondamentali: ciò richiede un coordinamento tra i diversi diritti ed interessi dei membri della famiglia, in primo luogo del minore, che tenga conto delle peculiarità del caso concreto e che assicuri al minore un sano sviluppo psicofisico e la progressiva acquisizione di una libertà personale e di pensiero che gli consenta di compiere scelte consapevoli.