Trust e contratto di affidamento fiduciario: nuove prospettive.

The development and the new rules of international trade have postulated the need to have negotiating legal instruments more and more adherent to the changed needs of the operators. One of the most widespread regulatory tools at the intra-national level was the trust, an institution coming from the common law countries; the Italian legal system for many years has been lacking from this point of view, leaving the task of a practical regulation to the jurisprudence, supported by an access doctrinal debate. In particular, the so-called internal trust, which is characterized by having as its sole element not belonging to the nation in which it must produce its effects, the choice of the regulatory law. Only recently, with the law n.112 / 2016, called "Dopo di Noi", the legislator intended to give an implicit recognition to this institute together with others, which are based on "fiducia". The present work consists of four chapters in which, initially, the historical origin of trust in the Roman era is traced; the institution of the Anglo-Saxon trust is analyzed, its actors, to finally compare the Anglo-Saxon trust with the Italian institutions that are closest to it. Subsequently, the field of the Anglo-Saxon trust is abandoned to analyze the trust according to the Convenzione dellAja, signed in 1985. Finally, after analyzing the multiple circumstances governed by the trust, the focus moves on institutions, which give greater protection to the weakest. In the first chapter, the notion of trust in the Roman system is illustrated, that is the tool that was used to guarantee the creditor the satisfaction of his credit, fiducia cum creditore, or to ensure his assets to people who could give greater guarantees of immunity , fiducia cum amico. These two institutes were forerunners for the definition of the negozio fiduciario whose notion is the result of various formulations by scholars, not finding its discipline in positive law. In the second chapter, the focus was on the institution of trust, particularly the Anglo-Saxon one. After having defined it as the instrument through which a subject, settlor or disponente, transfers to another subject, trustee, the ownership of one or more assets, with the specific purpose of using them for the benefit of a third party, beneficiary, or to pursue a specific purpose. Subsequently, the main legal instruments of the Italian legal system are set out, which although with considerable differences, present analogies with the Anglo-Saxon trust: il mandato senza rappresentanza, il contratto a favore di terzo e il negozio fiduciario. After analyzing the Anglo-Saxon trust, the trust amorfo was examined in the third chapter. The term derives from the fact that the Convenzione dellAja signed in 1985 preferred not to provide a specific definition of trust because of the multiplicity of participants belonging to different social backgrounds. It only wanted to regulate the recognition and the law applicable to the trust. After the ratification of this Convention, Legge n. 364, 16 October 1989, the Italian legislator did not follow a body of rules suitable to define a complete discipline of the trust. This shortcoming was taken over by the doctrine, which has deeply debated about the admissibility of the internal trust in the Italian legal system. Finally, the attention is focused on the Legge n. 112/2016, called "Dopo di Noi", and the institutions provided by it, contratto di affidamento fiduciario, atto di destinazione ex art. 2645-ter c.c. and the trust.

Lo sviluppo e le nuove regole del commercio internazionale hanno postulato la necessità di avere strumenti giuridici negoziali sempre più aderenti alle mutate esigenze degli operatori. Uno degli strumenti regolatori che ha avuto la maggior diffusione a livello intra-nazionale è stato quello del trust, istituto originario dei paesi di common law; l'ordinamento italiano per molti anni è stato carente da questo punto di vista, lasciando il compito di una regolamentazione pratica alla giurisprudenza, supportata da un accesso dibattito dottrinale. In particolare, il cosiddetto trust interno, che si connota per avere come unico elemento non appartenente alla nazione nel quale deve produrre i suoi effetti, la scelta della legge regolatrice. Solo recentemente, con la legge n.112/2016, denominata Dopo di Noi, il legislatore ha inteso dare un riconoscimento implicito a questo istituto unitamente ad altri, che si basano sulla fiducia. Il presente elaborato si compone di quattro capitoli nei quali, inizialmente si ripercorre lorigine storica della fiducia in epoca romana; si analizza l'istituto del trust anglosassone, i suoi attori, per confrontare infine il trust anglosassone con gli istituti italiani che più si avvicinano. Successivamente, si abbandona il campo del trust anglosassone per analizzare il trust secondo la Convenzione dell'Aja del 1985. Infine, dopo aver analizzato le molteplici fattispecie regolate dal trust, si sposta l'attenzione sugli istituti finalizzati ad una maggiore tutela dei soggetti più deboli. Nel primo capitolo, viene illustrata la nozione di fiducia nell'ordinamento romano, ovvero lo strumento che veniva utilizzato per garantire al creditore il soddisfacimento del suo credito, fiducia cum creditore, oppure per assicurare i propri beni a persone che potessero dare maggiori garanzie di immunità, fiducia cum amico. Questi due istituti sono stati precursori per la definizione del negozio fiduciario la cui nozione è frutto di diverse formulazioni da parte degli studiosi, non trovando una sua disciplina nel diritto positivo. Nel secondo capitolo, ci si è concentrati sull'istituto del trust, in particolare quello anglosassone. Dopo averlo definito come lo strumento mediante il quale un soggetto, settlor o disponente, trasferisce ad un altro soggetto, trustee, la proprietà di uno o più beni, con la specifica finalità di utilizzare i medesimi a vantaggio di un terzo soggetto, beneficiary, oppure per perseguire uno scopo determinato. Successivamente, vengono enunciati i principali strumenti giuridici dell'ordinamento italiano, che seppur con notevoli differenze, presentano delle analogie con il trust anglosassone: il mandato senza rappresentanza, il contratto a favore di terzo e il negozio fiduciario. Analizzato il trust anglosassone, nel terzo capitolo si è preso in esame il trust amorfo. Il termine deriva dal fatto che la Convenzione dell'Aja del 01 luglio 1985, non voleva fornire una definizione specifica di trust, data la molteplicità dei partecipanti aventi diverse estrazioni sociali, ma voleva solamente disciplinare il riconoscimento e la legge applicabile al trust. Alla ratifica di questa Convenzione, legge del 16 ottobre 1989, n. 364, il legislatore italiano non ha fatto seguire un corpo di norme idoneo a definire una disciplina completa del trust. Di questa carenza si è fatta carico la dottrina, che ha lungamente dibattuto circa l'ammissibilità del trust interno nell'ordinamento italiano. In conclusione, si analizza la legge n. 112/2016, detta Dopo di Noi, e gli istituti da essa previsti, il contratto di affidamento fiduciario, l'atto di destinazione e il trust, con particolare attenzione alla tutela dei soggetti più deboli.