Gli anfibi sono la classe di vertebrati più minacciata. La maggior parte delle specie vive nelle aree umide, tipicamente situate nelle pianure, che rappresentano anche l’ambiente ideale per le attività umane e sono intensamente sfruttate. In Pianura Padana molte specie di anfibi sono minacciate e/o relegate nelle residue aree naturali, altre invece, riescono ad adattarsi con maggior successo agli habitat di origine artificiale che le aree agricole offrono, ed attualmente non sembrano essere particolarmente in pericolo. Tuttavia alcune minacce incombono anche sulle specie più tolleranti ed adattate e l’intensificazione ed i cambiamenti delle pratiche colturali possono rendere inadeguati anche ambienti attualmente utilizzati. Le risaie della Pianura Padana negli ultimi vent’anni sono andate incontro ad un sostanziale cambiamento nelle pratiche colturali, principalmente a seguito della diffusione della pratica della semina all’asciutto, con una conseguente riduzione della disponibilità di habitat riproduttivi per gli anfibi e con probabili ripercussioni sull’attività e sul successo riproduttivo. Un’ulteriore criticità è costituita dagli eventi di siccità, che possono avere forti effetti negativi sull’attività riproduttiva delle specie e su altri aspetti della loro biologia. Questa ricerca si è concentrata su 3 specie target: Bufotes viridis, Hyla intermedia e Pelophylax kl. esculentus ed ha previsto una raccolta dati articolata su due stagioni di campo, nell’area risicola tra Pavia e Bereguardo. Sono stati monitorati, con un totale di 11 repliche, 32 campi, il primo anno destinati a risaie ed il secondo a colture miste. Data la siccità avuta nel 2022, la minor disponibilità di acqua derivante dalla rotazione colturale è stata amplificata, permettendo un confronto tra situazioni molto diverse. Il metodo di censimento è stato il call survey e durante le uscite sono stati registrati i principali parametri ambientali e la presenza di acqua nel campo. I dati sono stati analizzati con modelli di occupancy, sia con approccio classico che multispecie e dinamico. Non sono stati individuati fattori che influenzino la probabilità di occupazione dei siti, mentre la probabilità di rilevamento è risultata essere influenzata dalle covariate di osservazione, principalmente dalla data del sopralluogo, dalla presenza di acqua o terreno bagnato e dalla velocità del vento. Confrontando le stime di occupazione e di contattabilità dei due anni, la prima non ha avuto significative diminuzioni, mentre la seconda è crollata per P. kl. esculentus e H.intermedia. Dato che i dati di presenza sono stati raccolti rilevando i maschi in canto, la contattabilità può essere interpretata come un proxy dell’attività di canto delle specie. Il notevole decremento dell’attività nell’anno siccitoso è un elemento non trascurabile ed allarmante, con possibili conseguenze sul reclutamento e quindi sulla consistenza delle popolazioni e sulla persistenza delle specie su tempi medio lunghi, soprattutto col ripetersi di tali eventi. Pertanto, col fine di preservare le specie che vivono negli ambienti agricoli, sarebbe importante promuovere pratiche gestionali che aumentino la disponibilità d’acqua nel tempo e nello spazio.
Modelli di occupancy per il monitoraggio di anfibi in ambiente agricolo in uno scenario di cambiamenti colturali e climatici
FLEGO, MARTINO
2021/2022
Abstract
Gli anfibi sono la classe di vertebrati più minacciata. La maggior parte delle specie vive nelle aree umide, tipicamente situate nelle pianure, che rappresentano anche l’ambiente ideale per le attività umane e sono intensamente sfruttate. In Pianura Padana molte specie di anfibi sono minacciate e/o relegate nelle residue aree naturali, altre invece, riescono ad adattarsi con maggior successo agli habitat di origine artificiale che le aree agricole offrono, ed attualmente non sembrano essere particolarmente in pericolo. Tuttavia alcune minacce incombono anche sulle specie più tolleranti ed adattate e l’intensificazione ed i cambiamenti delle pratiche colturali possono rendere inadeguati anche ambienti attualmente utilizzati. Le risaie della Pianura Padana negli ultimi vent’anni sono andate incontro ad un sostanziale cambiamento nelle pratiche colturali, principalmente a seguito della diffusione della pratica della semina all’asciutto, con una conseguente riduzione della disponibilità di habitat riproduttivi per gli anfibi e con probabili ripercussioni sull’attività e sul successo riproduttivo. Un’ulteriore criticità è costituita dagli eventi di siccità, che possono avere forti effetti negativi sull’attività riproduttiva delle specie e su altri aspetti della loro biologia. Questa ricerca si è concentrata su 3 specie target: Bufotes viridis, Hyla intermedia e Pelophylax kl. esculentus ed ha previsto una raccolta dati articolata su due stagioni di campo, nell’area risicola tra Pavia e Bereguardo. Sono stati monitorati, con un totale di 11 repliche, 32 campi, il primo anno destinati a risaie ed il secondo a colture miste. Data la siccità avuta nel 2022, la minor disponibilità di acqua derivante dalla rotazione colturale è stata amplificata, permettendo un confronto tra situazioni molto diverse. Il metodo di censimento è stato il call survey e durante le uscite sono stati registrati i principali parametri ambientali e la presenza di acqua nel campo. I dati sono stati analizzati con modelli di occupancy, sia con approccio classico che multispecie e dinamico. Non sono stati individuati fattori che influenzino la probabilità di occupazione dei siti, mentre la probabilità di rilevamento è risultata essere influenzata dalle covariate di osservazione, principalmente dalla data del sopralluogo, dalla presenza di acqua o terreno bagnato e dalla velocità del vento. Confrontando le stime di occupazione e di contattabilità dei due anni, la prima non ha avuto significative diminuzioni, mentre la seconda è crollata per P. kl. esculentus e H.intermedia. Dato che i dati di presenza sono stati raccolti rilevando i maschi in canto, la contattabilità può essere interpretata come un proxy dell’attività di canto delle specie. Il notevole decremento dell’attività nell’anno siccitoso è un elemento non trascurabile ed allarmante, con possibili conseguenze sul reclutamento e quindi sulla consistenza delle popolazioni e sulla persistenza delle specie su tempi medio lunghi, soprattutto col ripetersi di tali eventi. Pertanto, col fine di preservare le specie che vivono negli ambienti agricoli, sarebbe importante promuovere pratiche gestionali che aumentino la disponibilità d’acqua nel tempo e nello spazio.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/15470