Il corso di Ecosistemi Digitali tenuto dal professor Gianpiero Lotito durante l’ultimo anno del percorso di laurea magistrale in Comunicazione Digitale ha ispirato la realizzazione di questo progetto: la Company Farm. Un ecosistema ibrido che incorpora elementi dei modelli ecosistemici fisici e digitali. Ho trovato l’insegnamento molto stimolante, in quanto ha fornito una chiave di lettura della realtà basata sugli ecosistemi. Il termine ecosistema è stato coniato nel 1935, e per definizione descrive un insieme di organismi viventi (i fattori biotici) e di sostanze non viventi (i fattori abiotici). Interagendo tra loro, in uno specifico luogo o ambiente, costituiscono un sistema autosufficiente e in perfetto equilibrio dinamico nel tempo. Tali caratteristiche tuttavia sono riconducibili a diversi ambiti, non solo a quelli ecologici in senso stretto. Lo sviluppo delle lezioni infatti ha dimostrato quanto lungo la storia diverse tipologie di ecosistemi abbiano influenzato la vita dell’uomo, fino ad arrivare agli ecosistemi digitali. Ogni lezione ha rappresentato un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio, dall’antica Roma alla Firenze rinascimentale, dall’Inghilterra del XIX secolo alla Londra degli anni Settanta fino alla competizione tecnologica tra gli Stati Uniti e il Giappone. La prova d’esame era di tipo progettuale e prevedeva la creazione di un ecosistema digitale coerente con le caratteristiche e le descrizioni fornite durante le lezioni. Durante il corso dell’anno accademico 2021/2022 ho svolto un’esperienza di tirocinio semestrale presso la software house Zucchetti Spa, la quale mi ha fornito gli spunti concreti per realizzare il mio progetto d’esame. Il recente cambio di sede e le normative in materia di emergenza sanitaria hanno instaurato nei dipendenti dell’azienda nuovi bisogni e nuove necessità. Ho iniziato dunque a immaginare quali sembianze potesse avere il luogo di lavoro ideale e da subito è stata evidente la necessità di affiancarvi un ecosistema digitale, in modo che i due elementi fossero complementari tra loro. Il concept Company Farm incorpora elementi fisici e digitali che si uniscono in una organizzazione sinergica. In occasione di questa tesi, il professor Lotito mi ha incoraggiata ad approfondire il progetto attraverso uno studio accurato della prior art e dell’evoluzione del mondo del lavoro, dai moti delle Rivoluzioni industriali alle innovazioni incoraggiate dalla pandemia. Lo studio della prior art mi ha permesso di comprendere a fondo i processi evolutivi in materia di workplace, ho analizzato le diverse tipologie di ambienti che hanno accompagnato la vita dei lavoratori lungo la storia, dalle fabbriche ai cubes negli uffici, fino ai moderni open space. Le restrizioni imposte dal Governo durante l’emergenza sanitaria inoltre, hanno causato ulteriori mutamenti poiché la pratica dello smart working si è affermata come consuetudine. La Company Farm nasce come soluzione al cambiamento che la Società dell’informazione sta vivendo. Il mondo del lavoro sente il bisogno di assestarsi e di trovare un equilibrio che si adatti alle nuove dinamiche innescate dallo stato di emergenza sanitaria. Un ecosistema ibrido come la Company Farm permette di conciliare il bisogno di orari flessibili, autonomia e ambienti di lavoro confortevoli. L’applicazione aziendale e i principi dell’activity-based worplace sono solo due degli elementi che contraddistinguono l’intero ecosistema. Tutti gli elementi che lo compongono sono reciprocamente complementari: lo sfruttamento consapevole ed efficiente degli ambienti della Company Farm è necessariamente accompagnato da un altrettanto efficace utilizzo dell’applicazione, e viceversa.
Company Farm: un ecosistema ibrido nell’era dello Smart Working. Un Ecosistema Digitale a servizio di un Ecosistema Fisico per migliorare l’esperienza quotidiana di lavoro.
ZANABONI, MARIANNA
2021/2022
Abstract
Il corso di Ecosistemi Digitali tenuto dal professor Gianpiero Lotito durante l’ultimo anno del percorso di laurea magistrale in Comunicazione Digitale ha ispirato la realizzazione di questo progetto: la Company Farm. Un ecosistema ibrido che incorpora elementi dei modelli ecosistemici fisici e digitali. Ho trovato l’insegnamento molto stimolante, in quanto ha fornito una chiave di lettura della realtà basata sugli ecosistemi. Il termine ecosistema è stato coniato nel 1935, e per definizione descrive un insieme di organismi viventi (i fattori biotici) e di sostanze non viventi (i fattori abiotici). Interagendo tra loro, in uno specifico luogo o ambiente, costituiscono un sistema autosufficiente e in perfetto equilibrio dinamico nel tempo. Tali caratteristiche tuttavia sono riconducibili a diversi ambiti, non solo a quelli ecologici in senso stretto. Lo sviluppo delle lezioni infatti ha dimostrato quanto lungo la storia diverse tipologie di ecosistemi abbiano influenzato la vita dell’uomo, fino ad arrivare agli ecosistemi digitali. Ogni lezione ha rappresentato un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio, dall’antica Roma alla Firenze rinascimentale, dall’Inghilterra del XIX secolo alla Londra degli anni Settanta fino alla competizione tecnologica tra gli Stati Uniti e il Giappone. La prova d’esame era di tipo progettuale e prevedeva la creazione di un ecosistema digitale coerente con le caratteristiche e le descrizioni fornite durante le lezioni. Durante il corso dell’anno accademico 2021/2022 ho svolto un’esperienza di tirocinio semestrale presso la software house Zucchetti Spa, la quale mi ha fornito gli spunti concreti per realizzare il mio progetto d’esame. Il recente cambio di sede e le normative in materia di emergenza sanitaria hanno instaurato nei dipendenti dell’azienda nuovi bisogni e nuove necessità. Ho iniziato dunque a immaginare quali sembianze potesse avere il luogo di lavoro ideale e da subito è stata evidente la necessità di affiancarvi un ecosistema digitale, in modo che i due elementi fossero complementari tra loro. Il concept Company Farm incorpora elementi fisici e digitali che si uniscono in una organizzazione sinergica. In occasione di questa tesi, il professor Lotito mi ha incoraggiata ad approfondire il progetto attraverso uno studio accurato della prior art e dell’evoluzione del mondo del lavoro, dai moti delle Rivoluzioni industriali alle innovazioni incoraggiate dalla pandemia. Lo studio della prior art mi ha permesso di comprendere a fondo i processi evolutivi in materia di workplace, ho analizzato le diverse tipologie di ambienti che hanno accompagnato la vita dei lavoratori lungo la storia, dalle fabbriche ai cubes negli uffici, fino ai moderni open space. Le restrizioni imposte dal Governo durante l’emergenza sanitaria inoltre, hanno causato ulteriori mutamenti poiché la pratica dello smart working si è affermata come consuetudine. La Company Farm nasce come soluzione al cambiamento che la Società dell’informazione sta vivendo. Il mondo del lavoro sente il bisogno di assestarsi e di trovare un equilibrio che si adatti alle nuove dinamiche innescate dallo stato di emergenza sanitaria. Un ecosistema ibrido come la Company Farm permette di conciliare il bisogno di orari flessibili, autonomia e ambienti di lavoro confortevoli. L’applicazione aziendale e i principi dell’activity-based worplace sono solo due degli elementi che contraddistinguono l’intero ecosistema. Tutti gli elementi che lo compongono sono reciprocamente complementari: lo sfruttamento consapevole ed efficiente degli ambienti della Company Farm è necessariamente accompagnato da un altrettanto efficace utilizzo dell’applicazione, e viceversa.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/2602