Questo lavoro prende in considerazione il pensiero di Rousseau, Robespierre e Kant in quanto esponenti paradigmatici di un movimento filosofico che possiamo definire “Antienciclopedismo”. Se pure l’Enciclopedismo, corrente egemone nel XVIII secolo, prende certamente le mosse dall’esperienza dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, esso può tuttavia essere interpretato come fenomeno assai più ampio, che coinvolge pensatori anche d’Oltremanica: i suoi principali esponenti condividono una prospettiva filosofica – e una visione del mondo – fondata sui presupposti teorici dell’empirismo, del sensismo, del materialismo e dell’ateismo, o quantomeno di una forma di deismo che, nel riconoscere il Dio creatore, “grande orologiaio dell’universo”, nega il Dio morale. Una simile Weltanschauung sfocia nell’affermazione dell’indipendenza reciproca di religione, morale e politica, e nella conseguente interpretazione della religione come mero instrumentum regni, nella delineazione di un sentimentalismo etico spesso di matrice utilitarista, e nella preferenza accordata a forme di dispotismo illuminato o ad impostazioni liberali che in nessun caso vedono lo Stato come incarnazione di una prospettiva valoriale, relegandolo piuttosto al ruolo di garante della pacifica convivenza tra modelli etici contrapposti. In reazione al sistema enciclopedista, è possibile individuare un Antienciclopedismo che – contrariamente all’opposizione cui i philosophes devono far fronte ad opera degli ambienti conservatori della corte o del clero – non intende uscire dal solco dei Lumi, e che è per l’appunto brillantemente esemplificato da pensatori come Rousseau, Robespierre e Kant: esso prende le mosse precisamente da un diverso modo di intendere la questione focale del rapporto tra religione, morale e politica, viste non più come indipendenti, ma come interdipendenti. A partire da questo riconoscimento, questi autori propongono un modello radicalmente alternativo, che si può riassumere nella nozione di Stato etico: mi sono riproposta di analizzarne il fondamento e le implicazioni a partire dall’enucleazione di alcuni episodi significativi nella loro biografia intellettuale concentrandomi in particolare, per quanto riguarda Rousseau, sul "Vicario savoiardo" e sui suoi rapporti con il "Contratto sociale", per quanto riguarda Robespierre sulla vicenda dell’Essere Supremo, e per quanto riguarda Kant sulla tematizzazione del regno di Dio sulla terra a partire dalla "Religione entro i limiti della semplice ragione".

L'Antienciclopedismo nel Secolo dei Lumi. Rousseau – Robespierre – Kant

DORIA, ANNA
2023/2024

Abstract

Questo lavoro prende in considerazione il pensiero di Rousseau, Robespierre e Kant in quanto esponenti paradigmatici di un movimento filosofico che possiamo definire “Antienciclopedismo”. Se pure l’Enciclopedismo, corrente egemone nel XVIII secolo, prende certamente le mosse dall’esperienza dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, esso può tuttavia essere interpretato come fenomeno assai più ampio, che coinvolge pensatori anche d’Oltremanica: i suoi principali esponenti condividono una prospettiva filosofica – e una visione del mondo – fondata sui presupposti teorici dell’empirismo, del sensismo, del materialismo e dell’ateismo, o quantomeno di una forma di deismo che, nel riconoscere il Dio creatore, “grande orologiaio dell’universo”, nega il Dio morale. Una simile Weltanschauung sfocia nell’affermazione dell’indipendenza reciproca di religione, morale e politica, e nella conseguente interpretazione della religione come mero instrumentum regni, nella delineazione di un sentimentalismo etico spesso di matrice utilitarista, e nella preferenza accordata a forme di dispotismo illuminato o ad impostazioni liberali che in nessun caso vedono lo Stato come incarnazione di una prospettiva valoriale, relegandolo piuttosto al ruolo di garante della pacifica convivenza tra modelli etici contrapposti. In reazione al sistema enciclopedista, è possibile individuare un Antienciclopedismo che – contrariamente all’opposizione cui i philosophes devono far fronte ad opera degli ambienti conservatori della corte o del clero – non intende uscire dal solco dei Lumi, e che è per l’appunto brillantemente esemplificato da pensatori come Rousseau, Robespierre e Kant: esso prende le mosse precisamente da un diverso modo di intendere la questione focale del rapporto tra religione, morale e politica, viste non più come indipendenti, ma come interdipendenti. A partire da questo riconoscimento, questi autori propongono un modello radicalmente alternativo, che si può riassumere nella nozione di Stato etico: mi sono riproposta di analizzarne il fondamento e le implicazioni a partire dall’enucleazione di alcuni episodi significativi nella loro biografia intellettuale concentrandomi in particolare, per quanto riguarda Rousseau, sul "Vicario savoiardo" e sui suoi rapporti con il "Contratto sociale", per quanto riguarda Robespierre sulla vicenda dell’Essere Supremo, e per quanto riguarda Kant sulla tematizzazione del regno di Dio sulla terra a partire dalla "Religione entro i limiti della semplice ragione".
2023
Anti-Encyclopedism in the Age of Enlightenment. Rousseau – Robespierre – Kant
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Anna Doria. L'Antienciclopedismo nel Secolo dei Lumi. Rousseau-Robespierre-Kant.pdf

accesso aperto

Dimensione 2.57 MB
Formato Adobe PDF
2.57 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
Per maggiori informazioni e per verifiche sull'eventuale disponibilità del file scrivere a: unitesi@unipv.it.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/26552