L’obiettivo che mi prefiggo di raggiungere consiste nella stesura di tutte quelle criticità che rimarcano le grandi differenze tra Centro-Nord e Sud Italia per poi delineare le possibili soluzioni che potrebbero essere raggiunte attraverso l’uso del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che nel suo ambizioso disegno si ripromette il tentativo di riequilibrare la condizione di forte disuguaglianza tra le Regioni italiane, partendo dall’assunto di base che non è alquanto vero che chi detiene più fondi saprà meglio spenderli. La dinamica che sussiste all’interno del nostro paese non è tra le più floride e questa condizione precaria si è innescata in parte dall’escalation di nuove guerre che hanno interessato l’Europa direttamente e indirettamente (e che inevitabilmente ha avuto effetti sui singoli Stati), come i conflitti russo-ucraino e israelo-palestinese che, di conseguenza, hanno fatto emergere le grandi (e gravi) sperequazioni che intercorrono tra i territori e che dapprima dei citati conflitti erano nascoste dietro un’economia e una società “apparentemente stabile”. Ancor prima però, l’ostico contesto scaturitosi dalla crisi economica successiva alla pandemia di Covid-19. L’intreccio di queste due fattispecie ha eroso l’evolversi di una situazione, quella economica, che difficilmente riuscirà a risistemarsi nel giro di qualche anno. Il mio studio vuole inserirsi in quei meccanismi (specialmente uno, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma ne citerò trasversalmente anche altri) che l’Unione Europea ha voluto destinare al nostro Paese con il tentativo di risollevarlo dalle macerie della crisi. La sfida a cui è andata incontro l’Unione Europea è molto ambiziosa: è stata messa a disposizione l’enorme somma di seicentocinquanta miliardi di € per gli Stati membri. Delineerò, perciò, le motivazioni che mi hanno spinto ad accettare l’ipotesi di queste difficoltà, analizzando nello specifico le sette Missioni (originariamente sei a cui ne è stata aggiunta una settima denominata “RePowerEU” avente lo scopo di fortificare l'autogestione energetica dell’Unione Europea e dell’Italia per limitare così la dipendenza dai combustibili fossili della Russia, specialmente dal gas, a seguito dello stallo innescatosi con la guerra russo-ucraina) che il Piano si è prefissato di far raggiungere ai diversi livelli di governo italiano: il focus sarà principalmente indirizzato alle Regioni e agli enti locali con particolare attenzione alla grave situazione in cui versa il Mezzogiorno, coinvolto in una sperequazione economica e sociale rispetto al Centro-Nord che rievoca la delicata “questione meridionale” che si pensava fosse, superficialmente, sormontata; si sa, le crisi purtroppo riacutizzano queste divergenze nel versante socioeconomico. L’interrogativo che mi porrò per tutto l’arco della tesi è: “siamo davvero sicuri che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà lo strumento per il mero e completo rilancio nazionale, oppure sarà il congegno che amplierà in maggior misura le disuguaglianze tra le zone originariamente più ricche e sviluppate e quelle più rurali e poco evolute?”.

Opportunità e limiti del PNRR: il controverso caso italiano

BORGOGNONI, FEDERICO
2024/2025

Abstract

L’obiettivo che mi prefiggo di raggiungere consiste nella stesura di tutte quelle criticità che rimarcano le grandi differenze tra Centro-Nord e Sud Italia per poi delineare le possibili soluzioni che potrebbero essere raggiunte attraverso l’uso del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che nel suo ambizioso disegno si ripromette il tentativo di riequilibrare la condizione di forte disuguaglianza tra le Regioni italiane, partendo dall’assunto di base che non è alquanto vero che chi detiene più fondi saprà meglio spenderli. La dinamica che sussiste all’interno del nostro paese non è tra le più floride e questa condizione precaria si è innescata in parte dall’escalation di nuove guerre che hanno interessato l’Europa direttamente e indirettamente (e che inevitabilmente ha avuto effetti sui singoli Stati), come i conflitti russo-ucraino e israelo-palestinese che, di conseguenza, hanno fatto emergere le grandi (e gravi) sperequazioni che intercorrono tra i territori e che dapprima dei citati conflitti erano nascoste dietro un’economia e una società “apparentemente stabile”. Ancor prima però, l’ostico contesto scaturitosi dalla crisi economica successiva alla pandemia di Covid-19. L’intreccio di queste due fattispecie ha eroso l’evolversi di una situazione, quella economica, che difficilmente riuscirà a risistemarsi nel giro di qualche anno. Il mio studio vuole inserirsi in quei meccanismi (specialmente uno, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma ne citerò trasversalmente anche altri) che l’Unione Europea ha voluto destinare al nostro Paese con il tentativo di risollevarlo dalle macerie della crisi. La sfida a cui è andata incontro l’Unione Europea è molto ambiziosa: è stata messa a disposizione l’enorme somma di seicentocinquanta miliardi di € per gli Stati membri. Delineerò, perciò, le motivazioni che mi hanno spinto ad accettare l’ipotesi di queste difficoltà, analizzando nello specifico le sette Missioni (originariamente sei a cui ne è stata aggiunta una settima denominata “RePowerEU” avente lo scopo di fortificare l'autogestione energetica dell’Unione Europea e dell’Italia per limitare così la dipendenza dai combustibili fossili della Russia, specialmente dal gas, a seguito dello stallo innescatosi con la guerra russo-ucraina) che il Piano si è prefissato di far raggiungere ai diversi livelli di governo italiano: il focus sarà principalmente indirizzato alle Regioni e agli enti locali con particolare attenzione alla grave situazione in cui versa il Mezzogiorno, coinvolto in una sperequazione economica e sociale rispetto al Centro-Nord che rievoca la delicata “questione meridionale” che si pensava fosse, superficialmente, sormontata; si sa, le crisi purtroppo riacutizzano queste divergenze nel versante socioeconomico. L’interrogativo che mi porrò per tutto l’arco della tesi è: “siamo davvero sicuri che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà lo strumento per il mero e completo rilancio nazionale, oppure sarà il congegno che amplierà in maggior misura le disuguaglianze tra le zone originariamente più ricche e sviluppate e quelle più rurali e poco evolute?”.
2024
Opportunities and limits of the NRRP: the controversial Italian case
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tesi di LM Federico Borgognoni.pdf

accesso aperto

Descrizione: Lo studio analizza opportunità e limiti (con le possibili soluzioni) del PNRR concernenti il caso italiano, attraverso l'identificazione delle sette Missioni del Piano e dei casi concreti di tre Comuni della Provincia di Pavia più il Comune di Milano.
Dimensione 3.37 MB
Formato Adobe PDF
3.37 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
Per maggiori informazioni e per verifiche sull'eventuale disponibilità del file scrivere a: unitesi@unipv.it.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/29902