La memoria autobiografica può essere considerata sia un magazzino di raccolta di eventi personali sia un costrutto relazionato al sé che ne garantisce l’integrità e la sua coerenza nel tempo. Infatti, esiste una relazione non solo con il sé esplicito, ma anche con le componenti corporee del sé e con la consapevolezza dei propri stati viscerali, ovvero l’interocezione. L’obiettivo di questo studio è indagare l’effetto che l’interocezione ha sul recupero dei ricordi autobiografici in anziani sani e con diagnosi di disturbo cognitivo lieve e individuare possibili differenze tra i ricordi autobiografici e quelli di tipo pubblico. Sono stati reclutati 37 individui, di cui 26 anziani sani come gruppo di controllo e 11 con diagnosi di disturbo cognitivo lieve amnesico come gruppo sperimentale. Per valutare l'interocezione, sono stati utilizzati il Body Perception Questionnaire e l'Heartbeat Counting Task. Inoltre, i partecipanti hanno svolto un test di memoria autobiografica in due condizioni: il recupero di ricordi autobiografici e il recupero di ricordi di natura pubblica. Abbiamo quindi indagato come l'accuratezza e la sensibilità interocettiva influenzino la specificità dei ricordi e le varie componenti della rievocazione, tra cui la vividezza, la valenza emotiva, l'intensità emotiva e la ri-esperienza dell'evento. In linea con la letteratura, i risultati dimostrano che i partecipanti ricordano in maniera più specifica i ricordi autobiografici rispetto a quelli di tipo pubblico. Inoltre, i ricordi autobiografici si distinguono per la loro maggiore accuratezza, vividezza, ri-esperienza e intensità emotiva, oltre a una valenza emotiva più positiva. In linea con le ipotesi di partenza, abbiamo osservato che i partecipanti con maggiore sensibilità interocettiva tendono a rivivere i ricordi personali con una maggiore intensità emotiva rispetto ai ricordi pubblici. Inoltre, i pazienti con disturbo cognitivo lieve con una migliore interocezione sono in grado di rievocare ricordi autobiografici in modo più specifico rispetto ai pazienti con bassa interocezione. Coerentemente con le nostre ipotesi di partenza è anche emerso che i pazienti con disturbo cognitivo lieve con maggiori abilità interocettive rievocano ricordi più positivi rispetto a coloro che invece riportano una minore interocezione al test. I nostri risultati non solo confermano precedenti ipotesi teoriche, ma ampliano la letteratura in quanto dimostrano come l’interocezione possa essere considerata un fattore protettivo della memoria autobiografica. Non solo, ma anche negli individui sani si nota come l’interocezione influenzi i processi di memoria autobiografica. Si discutono, infine, le possibili applicazioni sperimentali e cliniche dei training interocettivi.
Effetto dell'interocezione sulla memoria autobiografica in anziani sani e con diagnosi di aMCI.
LA CORTE, CLAUDIA
2022/2023
Abstract
La memoria autobiografica può essere considerata sia un magazzino di raccolta di eventi personali sia un costrutto relazionato al sé che ne garantisce l’integrità e la sua coerenza nel tempo. Infatti, esiste una relazione non solo con il sé esplicito, ma anche con le componenti corporee del sé e con la consapevolezza dei propri stati viscerali, ovvero l’interocezione. L’obiettivo di questo studio è indagare l’effetto che l’interocezione ha sul recupero dei ricordi autobiografici in anziani sani e con diagnosi di disturbo cognitivo lieve e individuare possibili differenze tra i ricordi autobiografici e quelli di tipo pubblico. Sono stati reclutati 37 individui, di cui 26 anziani sani come gruppo di controllo e 11 con diagnosi di disturbo cognitivo lieve amnesico come gruppo sperimentale. Per valutare l'interocezione, sono stati utilizzati il Body Perception Questionnaire e l'Heartbeat Counting Task. Inoltre, i partecipanti hanno svolto un test di memoria autobiografica in due condizioni: il recupero di ricordi autobiografici e il recupero di ricordi di natura pubblica. Abbiamo quindi indagato come l'accuratezza e la sensibilità interocettiva influenzino la specificità dei ricordi e le varie componenti della rievocazione, tra cui la vividezza, la valenza emotiva, l'intensità emotiva e la ri-esperienza dell'evento. In linea con la letteratura, i risultati dimostrano che i partecipanti ricordano in maniera più specifica i ricordi autobiografici rispetto a quelli di tipo pubblico. Inoltre, i ricordi autobiografici si distinguono per la loro maggiore accuratezza, vividezza, ri-esperienza e intensità emotiva, oltre a una valenza emotiva più positiva. In linea con le ipotesi di partenza, abbiamo osservato che i partecipanti con maggiore sensibilità interocettiva tendono a rivivere i ricordi personali con una maggiore intensità emotiva rispetto ai ricordi pubblici. Inoltre, i pazienti con disturbo cognitivo lieve con una migliore interocezione sono in grado di rievocare ricordi autobiografici in modo più specifico rispetto ai pazienti con bassa interocezione. Coerentemente con le nostre ipotesi di partenza è anche emerso che i pazienti con disturbo cognitivo lieve con maggiori abilità interocettive rievocano ricordi più positivi rispetto a coloro che invece riportano una minore interocezione al test. I nostri risultati non solo confermano precedenti ipotesi teoriche, ma ampliano la letteratura in quanto dimostrano come l’interocezione possa essere considerata un fattore protettivo della memoria autobiografica. Non solo, ma anche negli individui sani si nota come l’interocezione influenzi i processi di memoria autobiografica. Si discutono, infine, le possibili applicazioni sperimentali e cliniche dei training interocettivi.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/3383