Oggetto della tesi è la condizione di precariato che caratterizza una parte considerevole di giovani che intendono intraprendere una carriera nell’università italiana. Si tratta di un fenomeno che s’iscrive in una situazione nella quale il termine precarietà è entrato a fare parte del linguaggio quotidiano, descrivendo una condizione che riguarda un numero sempre più ampio di uomini e donne. Abbiamo deciso di analizzare e approfondire il tema del precariato intellettuale nelle università italiane perché, spesso, quando si discute di precarietà, l’attenzione si focalizza su settori quali l’agricoltura, l’artigianato, l’industria e, più in generale, sui lavori manuali o di servizio alla persona, in quanto sono quelli più visibili di cui spesso si ha anche esperienza personale. Tuttavia, la condizione precaria, oggi, non riguarda solo questi soggetti, ma anche coloro che svolgono attività di ricerca nelle università. La loro condizione non viene adeguatamente considerata anche perché l’opinione pubblica sembra ignorare i lavoratori intellettuali, come se non esistessero: gli uomini e le donne che lavorano nelle università e nei centri di ricerca fanno spesso da sfondo, quasi invisibile, al tema principale che è quello dei finanziamenti. Si discute sull’inadeguatezza o sull’assenza di fondi per la ricerca, si criticano le politiche nazionali italiane, che hanno stanziato poche risorse, si considera il valore della ricerca, la sua capacità di produrre innovazione e di aiutare a sostenere, in positivo, i cambiamenti economici, politici, sociali, quelli che riguardano la vita delle persone, non solo delle istituzioni; ma, da questo scenario, sembra che scompaiano coloro che creano e portano avanti la ricerca, quasi che essa possa vivere e produrre solo con gli investimenti monetari, senza i saperi e i talenti delle persone che vi lavorano. Nel corso della tesi, abbiamo, innanzitutto, cercato di analizzare come si è arrivati, nel tempo, alle tante forme di lavoro precario sia nei settori tradizionali che in quelli più innovativi come la ricerca. La situazione dei ricercatori precari è, oggi, segnata da: distruzione delle garanzie contrattuali, compressione spazio-temporale, assoggettamento e costituzione di un self neoliberale. Queste dimensioni evidenziano le scarse opportunità e i molti vincoli che ogni giorno i ricercatori precari si trovano ad affrontare. Per analizzare la situazione dei ricercatori precari sono state realizzate alcune interviste. Le narrazioni aiutano a capire in profondità come vivono, oggi, la condizione precaria questi soggetti sia dal punto di vista lavorativo che personale. La letteratura a cui abbiamo fatto riferimento permette di delineare un quadro generale, ma, solo attraverso le testimonianze di soggetti che vivono quotidianamente questa situazione, emergono elementi ben più complessi e articolati. Le interviste rappresentano uno strumento efficace poiché l’esperienza di ogni ricercatore, da un lato, aiuta a comprendere le caratteristiche del precariato nella ricerca universitaria, confermando quanto già emerso dalla letteratura; dall’altro lato, sono significative in quanto mettono in evidenza nuovi elementi che non sempre sono adeguatamente tematizzati quando si parla di condizione precaria.

Il precariato intellettuale nelle università italiane

STELLA, ELEONORA
2015/2016

Abstract

Oggetto della tesi è la condizione di precariato che caratterizza una parte considerevole di giovani che intendono intraprendere una carriera nell’università italiana. Si tratta di un fenomeno che s’iscrive in una situazione nella quale il termine precarietà è entrato a fare parte del linguaggio quotidiano, descrivendo una condizione che riguarda un numero sempre più ampio di uomini e donne. Abbiamo deciso di analizzare e approfondire il tema del precariato intellettuale nelle università italiane perché, spesso, quando si discute di precarietà, l’attenzione si focalizza su settori quali l’agricoltura, l’artigianato, l’industria e, più in generale, sui lavori manuali o di servizio alla persona, in quanto sono quelli più visibili di cui spesso si ha anche esperienza personale. Tuttavia, la condizione precaria, oggi, non riguarda solo questi soggetti, ma anche coloro che svolgono attività di ricerca nelle università. La loro condizione non viene adeguatamente considerata anche perché l’opinione pubblica sembra ignorare i lavoratori intellettuali, come se non esistessero: gli uomini e le donne che lavorano nelle università e nei centri di ricerca fanno spesso da sfondo, quasi invisibile, al tema principale che è quello dei finanziamenti. Si discute sull’inadeguatezza o sull’assenza di fondi per la ricerca, si criticano le politiche nazionali italiane, che hanno stanziato poche risorse, si considera il valore della ricerca, la sua capacità di produrre innovazione e di aiutare a sostenere, in positivo, i cambiamenti economici, politici, sociali, quelli che riguardano la vita delle persone, non solo delle istituzioni; ma, da questo scenario, sembra che scompaiano coloro che creano e portano avanti la ricerca, quasi che essa possa vivere e produrre solo con gli investimenti monetari, senza i saperi e i talenti delle persone che vi lavorano. Nel corso della tesi, abbiamo, innanzitutto, cercato di analizzare come si è arrivati, nel tempo, alle tante forme di lavoro precario sia nei settori tradizionali che in quelli più innovativi come la ricerca. La situazione dei ricercatori precari è, oggi, segnata da: distruzione delle garanzie contrattuali, compressione spazio-temporale, assoggettamento e costituzione di un self neoliberale. Queste dimensioni evidenziano le scarse opportunità e i molti vincoli che ogni giorno i ricercatori precari si trovano ad affrontare. Per analizzare la situazione dei ricercatori precari sono state realizzate alcune interviste. Le narrazioni aiutano a capire in profondità come vivono, oggi, la condizione precaria questi soggetti sia dal punto di vista lavorativo che personale. La letteratura a cui abbiamo fatto riferimento permette di delineare un quadro generale, ma, solo attraverso le testimonianze di soggetti che vivono quotidianamente questa situazione, emergono elementi ben più complessi e articolati. Le interviste rappresentano uno strumento efficace poiché l’esperienza di ogni ricercatore, da un lato, aiuta a comprendere le caratteristiche del precariato nella ricerca universitaria, confermando quanto già emerso dalla letteratura; dall’altro lato, sono significative in quanto mettono in evidenza nuovi elementi che non sempre sono adeguatamente tematizzati quando si parla di condizione precaria.
2015
The intellectual precarious in italian universities
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/6353