Scrivere è un mestiere da donna? Oggi la risposta dovrebbe essere semplice e immediata: sì, scrivere è anche un mestiere da donna. Tantissime sono infatti le donne in Italia e nel mondo che vivono grazie alla propria parola scritta, siano esse scrittrici, giornaliste, sceneggiatrici, autrici, ecc. La risposta più completa merita però un’articolazione differente. Per secoli, infatti, la possibilità di esprimersi tramite la scrittura e far sentire le proprie idee pubblicamente è stato un privilegio puramente maschile. Un’arte, quella della parola scritta, non lontana da altri tipi di espressioni dell’io, come la pittura o la musica, in cui le dame (colte) potevano al massimo dilettarsi, ma senza che questa diventasse la loro professione. In egual modo per le donne fu difficile, se non impossibile, esprimere la propria vocazione politica e civile, tanto che il diritto di voto nel nostro Paese (e quindi la possibilità di partecipare ai processi democratici), oggi dato per assodato, fu concesso loro solo alla fine del Secondo conflitto mondiale. Eppure, numerosi studi hanno registrato già nel periodo compreso tra la fine del Settecento e l’Unità d’Italia, un importante impegno politico e insieme letterario di donne colte, letterate, scrittrici, giornaliste. Proprio da tale dato ha inizio questa tesi. Il Risorgimento italiano, momento chiave nella formazione della nostra identità nazionale, vide proprio nell’impegno femminile un fenomeno senza precedenti. Ma se gran parte della letteratura si concentra su donne e nobildonne illustri - due a titolo esemplificativo, Anita Garibaldi a Cristina Trivuluzio di Belgiojoso - tale elaborato intende spostare l’occhio su casi meno noti, eppure audaci e rivoluzionari, che contribuirono nel loro piccolo alla formazione di un impegno civile locale. Queste donne ci hanno lasciato scritti, articoli, libri che testimoniano come molte protagoniste del Risorgimento siano state frettolosamente limitate nell’ambito dello scenario domestico e pedagogico o completamente cancellate dalla memoria collettiva. Il tutto verrà fatto partendo dalla parola messa nero su bianco su fogli, quotidiani e periodici del periodo risorgimentale, con un focus specifico su uno degli anni chiave della storia d’Italia: il 1848, un’alluvione politica e culturale che permise l’implementazione di una stampa nuova. Tra i giornali del Quarantotto due saranno approfonditi nel dettaglio: “La Donna Italiana, Giornale politico-letterario”, settimanale romano diretto da Cesare Bordiga, pubblicato tra aprile e novembre 1848 e “Il Circolo delle donne italiane, Foglio della sera patriottico, politico, serio-faceto”, animato da un gruppo di donne di Venezia che si riuniva a turno nelle abitazioni delle socie e uscì per nove numeri, dal 26 settembre al 15 ottobre 1848.

DONNE GIORNALISTE NEL RISORGIMENTO. DUE ESPERIENZE DEL 1848: “LA DONNA ITALIANA” E “IL CIRCOLO DELLE DONNE ITALIANE”

ZAPPALÀ, AGNESE
2019/2020

Abstract

Scrivere è un mestiere da donna? Oggi la risposta dovrebbe essere semplice e immediata: sì, scrivere è anche un mestiere da donna. Tantissime sono infatti le donne in Italia e nel mondo che vivono grazie alla propria parola scritta, siano esse scrittrici, giornaliste, sceneggiatrici, autrici, ecc. La risposta più completa merita però un’articolazione differente. Per secoli, infatti, la possibilità di esprimersi tramite la scrittura e far sentire le proprie idee pubblicamente è stato un privilegio puramente maschile. Un’arte, quella della parola scritta, non lontana da altri tipi di espressioni dell’io, come la pittura o la musica, in cui le dame (colte) potevano al massimo dilettarsi, ma senza che questa diventasse la loro professione. In egual modo per le donne fu difficile, se non impossibile, esprimere la propria vocazione politica e civile, tanto che il diritto di voto nel nostro Paese (e quindi la possibilità di partecipare ai processi democratici), oggi dato per assodato, fu concesso loro solo alla fine del Secondo conflitto mondiale. Eppure, numerosi studi hanno registrato già nel periodo compreso tra la fine del Settecento e l’Unità d’Italia, un importante impegno politico e insieme letterario di donne colte, letterate, scrittrici, giornaliste. Proprio da tale dato ha inizio questa tesi. Il Risorgimento italiano, momento chiave nella formazione della nostra identità nazionale, vide proprio nell’impegno femminile un fenomeno senza precedenti. Ma se gran parte della letteratura si concentra su donne e nobildonne illustri - due a titolo esemplificativo, Anita Garibaldi a Cristina Trivuluzio di Belgiojoso - tale elaborato intende spostare l’occhio su casi meno noti, eppure audaci e rivoluzionari, che contribuirono nel loro piccolo alla formazione di un impegno civile locale. Queste donne ci hanno lasciato scritti, articoli, libri che testimoniano come molte protagoniste del Risorgimento siano state frettolosamente limitate nell’ambito dello scenario domestico e pedagogico o completamente cancellate dalla memoria collettiva. Il tutto verrà fatto partendo dalla parola messa nero su bianco su fogli, quotidiani e periodici del periodo risorgimentale, con un focus specifico su uno degli anni chiave della storia d’Italia: il 1848, un’alluvione politica e culturale che permise l’implementazione di una stampa nuova. Tra i giornali del Quarantotto due saranno approfonditi nel dettaglio: “La Donna Italiana, Giornale politico-letterario”, settimanale romano diretto da Cesare Bordiga, pubblicato tra aprile e novembre 1848 e “Il Circolo delle donne italiane, Foglio della sera patriottico, politico, serio-faceto”, animato da un gruppo di donne di Venezia che si riuniva a turno nelle abitazioni delle socie e uscì per nove numeri, dal 26 settembre al 15 ottobre 1848.
2019
Women reporters in the Italian Risorgimento. Two case studies in 1848: "La Donna Italiana" and "Il Circolo delle donne italiane"
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