A oltre cinquant’anni dal loro successo cinematografico, la saga cinematografica tratta dalle opere di Giovannino Guareschi è ancora molto prominente nella narrazione del dopoguerra italiano e dei primi anni della Repubblica. Questo lavoro nasce dalla domanda di chi, nel vedere i film, si è domandato quanto le precedenti generazioni vedano del loro passato in queste pellicole e quanto questi film raccontino di quegli anni densi di avvenimenti nel quadro politico, economico e sociale del Paese e del panorama internazionale. Ma prima di poter discutere di Don Camillo si rende necessario formulare il metodo di studio con cui si esamineranno i film e delineare il contesto storico in cui nasce la saga. Il primo dei quattro capitoli in cui è suddiviso questo lavoro ripercorre gli studi condotti fino ad oggi sul rapporto tra cinema e storia da figure come Marc Ferro, Pierre Sorlin, Maria Tiziana Di Blasio e Pasquale Iaccio, delineando i caratteri dell’analisi critica del documento cinematografico che verranno applicati a Don Camillo. Concentrandosi sul periodo dal secondo dopoguerra e dei primi anni della Repubblica fino ai primi anni Sessanta, il secondo capitolo dipinge un quadro generale della situazione politica, economica e sociale degli anni Cinquanta. Partendo dal referendum del 1946, momento in cui con nasce la Repubblica, passando attraverso le prime tre legislature dell’Italia repubblicana, le riforme economiche e le rivoluzioni culturali e sociali che si innescano con il “miracolo economico”, e arrivando fino al 1963, momento in cui, complice la distensione, nasce il centrosinistra e si chiude la fase del centrismo. Il terzo capitolo esamina invece la persona di Giovannino Guareschi, autore del Don Camillo, il suo vissuto e il suo rapporto con la politica italiana di quegli anni e come egli si sia rapportato ad essa con i suoi scritti e le sue vignette umoristiche, con i personaggi da lui creati per il Mondo Piccolo e le loro trasposizioni nel cinema. Infine, l’ultima parte del lavoro consiste nell’analisi del caso studio, il Don Camillo, nell’aspetto delle modifiche apportate alle versioni cinematografiche dei racconti, nei riferimenti ad avvenimenti reali ritrovabili nelle pellicole e, infine, nel modo in cui anche Don Camillo diventa una fonte di riflessioni in merito alla memoria collettiva e individuale del dopoguerra e del fenomeno del cinema della Resistenza, che in quegli anni attraversa i cosiddetti “anni del silenzio”.

Don Camillo e l’Italia del secondo dopoguerra: il cinema come fonte storica

LONGHETTI, GIACOMO
2019/2020

Abstract

A oltre cinquant’anni dal loro successo cinematografico, la saga cinematografica tratta dalle opere di Giovannino Guareschi è ancora molto prominente nella narrazione del dopoguerra italiano e dei primi anni della Repubblica. Questo lavoro nasce dalla domanda di chi, nel vedere i film, si è domandato quanto le precedenti generazioni vedano del loro passato in queste pellicole e quanto questi film raccontino di quegli anni densi di avvenimenti nel quadro politico, economico e sociale del Paese e del panorama internazionale. Ma prima di poter discutere di Don Camillo si rende necessario formulare il metodo di studio con cui si esamineranno i film e delineare il contesto storico in cui nasce la saga. Il primo dei quattro capitoli in cui è suddiviso questo lavoro ripercorre gli studi condotti fino ad oggi sul rapporto tra cinema e storia da figure come Marc Ferro, Pierre Sorlin, Maria Tiziana Di Blasio e Pasquale Iaccio, delineando i caratteri dell’analisi critica del documento cinematografico che verranno applicati a Don Camillo. Concentrandosi sul periodo dal secondo dopoguerra e dei primi anni della Repubblica fino ai primi anni Sessanta, il secondo capitolo dipinge un quadro generale della situazione politica, economica e sociale degli anni Cinquanta. Partendo dal referendum del 1946, momento in cui con nasce la Repubblica, passando attraverso le prime tre legislature dell’Italia repubblicana, le riforme economiche e le rivoluzioni culturali e sociali che si innescano con il “miracolo economico”, e arrivando fino al 1963, momento in cui, complice la distensione, nasce il centrosinistra e si chiude la fase del centrismo. Il terzo capitolo esamina invece la persona di Giovannino Guareschi, autore del Don Camillo, il suo vissuto e il suo rapporto con la politica italiana di quegli anni e come egli si sia rapportato ad essa con i suoi scritti e le sue vignette umoristiche, con i personaggi da lui creati per il Mondo Piccolo e le loro trasposizioni nel cinema. Infine, l’ultima parte del lavoro consiste nell’analisi del caso studio, il Don Camillo, nell’aspetto delle modifiche apportate alle versioni cinematografiche dei racconti, nei riferimenti ad avvenimenti reali ritrovabili nelle pellicole e, infine, nel modo in cui anche Don Camillo diventa una fonte di riflessioni in merito alla memoria collettiva e individuale del dopoguerra e del fenomeno del cinema della Resistenza, che in quegli anni attraversa i cosiddetti “anni del silenzio”.
2019
Don Camillo and Italy's second postwar period: cinema as an historical source
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